Uttar Pradesh, chiusi i mattatoi per proteggere le vacche: a rischio poveri, musulmani e cristiani
La chiusura dei macelli illegali è una delle promesse elettorali del nuovo chief minister Yogi Adityanath. I commercianti lamentano però che le autorità hanno messo i sigilli anche a quelli in regola. La vacca è considerata sacra dalla religione indù, ma rappresenta la maggiore fonte di sostentamento delle minoranze. L’industria fattura ogni anno 3,7 miliardi di euro a livello nazionale; il settore impiega nello Stato dell’Uttar Pradesh circa 2,5 milioni di persone.
Lucknow (AsiaNews) – Mattatoi e macellerie costrette a chiudere; mancanza di carne nei ristoranti, mense universitarie e locali di tutto lo Stato; a rischio la vita di allevatori musulmani e cristiani che da generazioni macellano la carne di vacca, bufalo, pecora e capra. È la prima diretta conseguenza dell’elezione di Yogi Adityanath a chief minister dell’Uttar Pradesh, dopo la strabiliante vittoria del partito nazionalista indù Bjp (Bharatya Janata Party) alle elezioni regionali dell’11 marzo scorso. In campagna elettorale il nuovo capo del governo statale, un guru radicale della comunità monastica Gorakhnath con a suo carico numerose accuse, aveva promesso di mettere i sigilli a tutti i macelli illegali per proteggere le vacche, considerate sacre dalla religione indù. Coloro che lavorano nell’industria della lavorazione della carne lamentano però che la sua decisione vuole colpire in particolare la popolazione musulmana, il 18% del totale degli oltre 200 milioni di abitanti. Inoltre le autorità stanno costringendo alla chiusura anche quei mattatoi che commerciano carne ovina, in teoria esenti dal provvedimento. Questo sta alimentando un malcontento generale che ha portato la categoria dei macellai a indire uno sciopero generale ad oltranza.
La decisione del governo, supportata dai ben 325 seggi sul totale di 403 guadagnati alle recenti elezioni amministrative, è stata approvata non appena si è insediato il chief minister Adityanath. Essa sta già causando numerose conseguenze, dal momento che commercianti e macellai dichiarano che sono rimasti senza lavoro e senza soldi per poter mandare avanti le famiglie. Shakeel Ahmad, 52 anni e con 10 parenti da mantenere, ha affermato: “Non ho più soldi da quando il mio negozio che vende carne di pecora e di capra è stato chiuso. Non so come sfamare i miei bambini e i miei anziani genitori. Tutto questo avviene perché sono musulmano, o perché sono un commerciante?”.
Il divieto di macellare la carne in luoghi non autorizzati rientra nelle promesse elettorali. Nell’induismo la mucca è considerata sacra e per questo in molti Stati dell’India sono in vigore restrizioni al consumo e alla vendita di carne bovina. Il solo sospetto di macellazione illegale della vacca può scatenare episodi di feroce violenza, come l’omicidio di un padre di famiglia musulmano che due anni fa è stato linciato proprio in Uttar Pradesh da una folla inferocita di estremisti indù che lo accusava di aver consumato carne di mucca. Dopo mesi di indagini si è invece scoperto che la carne era di bufalo.
Nel ricordo di quell’episodio di ferocia inaudita, e in seguito all’incendio di cinque macellerie date alle fiamme la settimana scorsa, ora molti commercianti temono che possano ripetersi le violenze. Mubeen Qureshi, della Lucknow Bakra Gosht Vypar Mandal (la Camera di commercio della carne ovina della capitale), riferisce che “i macellai hanno paura ad abbattere i bufali e questo ha già colpito in maniera negativa i loro mezzi di sussistenza”. Molti di questi, sebbene in possesso di licenze valide, sono stati costretti a sospendere l’attività dopo alcuni raid della polizia. I negozianti lamentano poi che il blocco del commercio va a discapito anche degli indù, che amano la carne ovina.
Se il consumo della vacca è proibito dalla religione indù, esso rappresenta invece la maggiore fonte di sostentamento per le minoranze, prima tra tutte quella cristiana che ne lavora anche le pelli. Inoltre sono milioni i poveri che scelgono di mangiare carne di bufalo, che costa molto meno (120 rupie al kg, circa 1,72 euro) rispetto alla più pregiata capra (450 rupie al kg, circa 6,45 euro).
L’India è il più grande esportatore al mondo della carne di mucca e bufalo. Il giro d’affari ammonta ogni anno a 3,7 miliardi di euro, di cui circa la metà viene fatturato in Uttar Pradesh. In questo Stato il settore impiega circa 2,5 milioni di persone.
07/12/2018 09:06
04/12/2018 14:37