Una suora cinese fra i giovani del Sinodo
Suor Teresina Cheng è stata invitata come uditrice. Dalla sua esperienza di lavoro in un ufficio ha deciso di dedicare la vita ai giovani della Cina, segnati dalla solitudine, dalla lontananza dei genitori, dalle preoccupazioni per il futuro. “Per i giovani cinesi il termine ‘fede’ è astratto… i loro desideri più veri e più belli rimangono quasi sepolti nel loro cuore”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Si chiama suor Teresina Cheng, ha 30 anni ed è una delle uditrici del Sinodo sui giovani, che inizia oggi. Lei era l’unica cinese presente, fino al momento in cui è stato dato l’annuncio che sarebbero giunti due vescovi dalla Cina.
Suor Teresina è entrata in un convento dell’Hebei nel 2004. Non ha ancora fatto la sua professione perpetua, ma dopo un’esperienza di lavoro in un ufficio, ha chiara una cosa: vuole dedicare la vita ad aiutare i giovani cinesi, segnati dalla solitudine, dalla lontananza dei genitori, dalle preoccupazioni per il futuro. Ecco l’intervista che ha rilasciato ad AsiaNews.
Suor Teresina, come è nata la tua vocazione?
Ho iniziato frequentando la chiesa. Ascoltando il prete durante le sue omelie, non capivo molto di quello che diceva, ma il mio cuore era felice. Allora tra me e me pensavo: Se divento suora avrò la possibilità di partecipare alla Messa ogni giorno. Con questo pensiero in testa, ho iniziato a frequentare dei gruppi vocazionali. Cosi nel 2004 sono entrata nella mia congregazione. La vita comunitaria mi piaceva molto. Ma siccome ero molto piccola e non avevo frequentato le scuole superiori, la mia congregazione mi ha invitato a frequentare le scuole stando fuori. Dopo tre anni sono tornata in convento, ma mi sono accorta di come non ero più abituata a vivere in comunità. Cosi ho chiesto di fare una esperienza lavorativa fuori dal convento. Durante il periodo lavorativo, condividendo la vita con i colleghi, tutti giovani, mi sono accorta di quanto questi giovani avessero davvero bisogno di aiuto. Ho detto a me stessa che avrei dedicato la mia vita ad aiutare i giovani. Sei mesi sono tornata in comunità e ho continuato il mio cammino fino ai miei voti definitivi.
Di che vivono i giovani cinesi?
La società di oggi sembra essere meno sicura e stabile di un tempo. Molti giovani vivono nella preoccupazione e nella paura. I genitori lavorano ininterrottamente: molti di loro, sono fuori casa tutto l'anno per lavoro, e ignorano le reali esigenze dei bambini. Senza la presenza dei genitori, quello che occupa maggiormente la vita dei giovani sono i beni materiali, il denaro, le amicizie su Internet. I giovani hanno anche molta pressione per quanto riguarda il lavoro; fra di loro c’è molta competizione. Il rapido sviluppo del mondo virtuale fa sì che molti giovani dipendano da internet: un mondo perfetto, dove vivere la vita che si vuole, evitando però di affrontare la realtà vera, il vero sé. Internet diventa un riparo dalla solitudine interiore e dalla confusione della vita reale.
Nel mondo tutti sono desiderosi di armonia sociale e di pace. I giovani cinesi non fanno eccezione, ma a volte non sembrano sapere come raggiungere questi scopi. Spesso, seguendo la folla, i loro desideri più veri e più belli rimangono quasi sepolti nel loro cuore, vaghi, sconosciuti. I giovani sono desiderosi di avere una compagnia di adulti maturi, guide buone e autentiche; sono molto creativi, capaci di prendersi le proprie responsabilità, inclusi i sacrifici. I giovani sono desiderosi di essere tollerati, accettati, incoraggiati e riconosciuti dalla società.
Come è vista la fede religiosa fra i giovani?
Per i giovani cinesi il termine "fede" è astratto. Al massimo, la loro fede è quella che hanno ricevuto dai loro genitori. Ma la loro personale relazione con Dio non è profonda. In Cina poi la percentuale di fedeli appartenenti alla Chiesa cattolica è molto bassa. Per esempio nelle università, i giovani cattolici hanno paura di rivelarsi come tali, per paura di essere considerati “strani” o una minoranza. Così però è difficile mantenere una fede solida, che anzi rischia di sbiadirsi. Certamente ci sono anche dei giovani interessati alla vita cristiana, che per loro iniziativa arrivano a chiedere di conoscere di meglio la Chiesa, frequentare il catecumenato e le attività nelle parrocchie. Una cosa bella e consolante è che durante le vacanze alcuni giovani invitano delle suore per partecipare e condurre i loro ritiri spirituali. Ma questi casi non sono molto frequenti.
04/10/2018 11:14