Tokyo e Canberra firmano un accordo militare in chiave anti-Cina
Raggiunta intesa dopo sei anni di negoziati. Regolerà la presenza delle Forze armate e degli armamenti di un Paese nel territorio dell’altro. I nipponici hanno un patto del genere solo con gli Usa. L’adesione di Australia e Giappone alla Rcep, dominato dai cinesi, non mette in discussione la loro alleanza con Washington.
Tokyo (AsiaNews) – Giappone e Australia hanno firmato oggi un accordo che regola la presenza delle proprie Forze armate nel territorio dell’altro. L’annuncio è stato fatto dal premier nipponico Yoshihide Suga, e dal suo omologo australiano Scott Morrison, durante una conferenza stampa congiunta al termine del loro incontro nella capitale giapponese.
Da tempo i due alleati degli Usa hanno espresso preoccupazione per l’avanzata militare della Cina. Essi hanno condannato più volte la militarizzazione da parte di Pechino di alcune isole nel Mar Cinese meridionale e le incursioni della Guardia costiera cinese nelle acque attorno alle Senkaku, atolli nel Mar Cinese orientale controllati da Tokyo, ma rivendicati dal gigante asiatico. I due governi sono anche tra i più attivi nel criticare la normativa sulla sicurezza che la Cina ha imposto per limitare le libertà di Hong Kong.
I nipponici e Canberra negoziavano il patto militare dal 2014. Con la sua firma i due Paesi potranno svolgere con meno restrizioni esercitazioni militari e operazioni di soccorso nel territorio dell’altro. Esso semplificherà anche lo spostamento di armi e attrezzature militari dal Giappone all’Australia e vice versa.
Tokyo ha concluso un accordo militare di tale portata solo con gli Stati Uniti nel 1960. Suga e Morrison hanno puntualizzato che la cooperazione tra le loro nazioni è rivolta alla creazione di una regione indo-pacifica “libera e aperta”.
Quello dei due leader è un monito alle pretese geopolitiche della Cina. Secondo gli analisti, esso rivela che l’adesione di Giappone e Australia alla Regional Comprehensive Economic Partnership (Rcep), il più grande accordo di libero scambio al mondo, dominato dalla Cina, non metterà in discussione la loro comune lotta con Washington contro l’ascesa cinese.