Sri Lanka, attivista tamil innocente liberata dopo 362 giorni di prigione
Colombo (AsiaNews) - Dopo 362 giorni di prigione senza accuse a suo carico, l'attivista tamil per i diritti umani Jeyakumari Balendaran, 50 anni, è stata liberata questa mattina a Colombo. Il tribunale ha accolto la sua richiesta di rilascio, stabilendo una cauzione di 200mila rupie (3.300 dollari). Per il momento, la corte ha imposto alla donna una serie di restrizioni, incluso il divieto di lasciare il Paese e l'obbligo di firma presso la polizia una volta al mese. Insieme a lei sono stati rilasciati altri sei detenuti, inclusa una donna incinta di nome Geethasudha e una signora di 64 anni, Mahalingam Padmawathi.
Jeyakumari Balendaran lavora con l'associazione Families of the Disappeared (Fod), attiva nel Paese per fare luce sulle "sparizioni di Stato". Ha perso il marito e i due figli grandi durante la guerra civile. Un terzo figlio è scomparso nel nulla nel 2009, alla fine del conflitto. Il 15 marzo 2014 polizia e militari hanno accerchiato la sua casa e l'hanno portata via insieme alla figlia 13enne perché "dava rifugio a un criminale". Contro Jeyakumari non sono mai state trovate prove.
Dal suo arresto la figlia Vibhusjika ha vissuto in un orfanotrofio nel nord dello Sri Lanka. Il 16 febbraio scorso la piccola ha scritto un'accorata lettera al presidente Maithripala Sirisena, chiedendo di rilasciare sua madre. "Ho visto con i miei occhi - racconta la bambina - la polizia e i militare colpire mia madre e tirarla per i capelli. Hanno collegato prese elettriche alle manette e hanno minacciato di uccidere lei e me, se non avesse detto la verità. Caro presidente, pensi a me come a sua figlia e liberi la mia povera e innocente mamma".
Fred Carver, direttore delle campagne per la Sri Lanka Campaign for Peace and Justice, ha commentato così la liberazione di Jeyakumari Balendaran: "La sua detenzione ha reso difficile accettare l'idea che potesse esserci qualche cambiamento significativo in Sri Lanka. Il suo rilascio ci dà grandissima speranza. Tuttavia il vero test sarà se questa liberazione darà inizio a un cambiamento più ampio nel modo in cui le forze di sicurezza hanno perseguitato le famiglie degli scomparsi e gli altri attivisti tamil nel nordest del Paese".
Qualche giorno dopo l'incarcerazione di Jeyakumari, la polizia ha arrestato "per terrorismo" un sacerdote e un attivista per i diritti umani, colpevoli di essere intervenuti in sua difesa. Nell'ottobre dello scorso anno, un altro attivista sociale è stato aggredito mentre tornava da una manifestazione in solidarietà con la donna.