01/05/2019, 09.55
SRI LANKA
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Sri Lanka, allerta per il Ramadan. Card. Ranjith: le prime messe il 5 maggio

Il 6 maggio inizia il mese sacro di digiuno e preghiera per i fedeli musulmani. L’arcivescovo di Colombo rifiuta l’auto blindata e chiede protezione per il Paese. Tra le vittime di Pasqua, identificati 42 stranieri e 45 bambini.

Colombo (AsiaNews/Agenzie) – In Sri Lanka, dopo gli attacchi kamikaze che hanno insanguinato l’isola nel giorno di Pasqua, rimane alta l’allerta per il terrorismo islamico. Le autorità riferiscono che al momento il pericolo riguarda soprattutto la comunità musulmana che vive sull’isola che si prepara a celebrare il Ramadan, il mese sacro di digiuno e preghiera per i fedeli dell’islam. Qui il giorno d’inizio (variabile a seconda dei Paesi in base al calendario lunare) sarà il 6 maggio.

Nel frattempo anche per la comunità cristiana rimane alta la tensione. Ieri il card. Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, dopo aver rifiutato l’auto blindata messa a disposizione dal governo, ha annunciato la riapertura delle chiese dal prossimo 5 maggio, con la celebrazione della messa. “Inizieremo con poche messe – ha detto – e vedremo se potremo aumentarne di numero a poco a poco. Tutto dipenderà dagli sviluppi della situazione”. Sul fatto di aver rifiutato la macchina blindata, ha dichiarato: “Non sono spaventato. Non ho bisogno della scorta per muovermi. Il Signore è il mio protettore. Piuttosto, voglio protezione per il mio popolo e il mio Paese”.

L’annuncio della ripresa dei servizi liturgici rappresenta la speranza del ritorno alla normalità per i fedeli cristiani, che domenica scorsa per la prima volta nella loro vita hanno assistito alla messa in diretta televisiva, dopo la chiusura di tutte le chiese del Paese in seguito agli attentati. Il divieto d’ingresso in tutti i luoghi di culto cristiani era stato disposto dagli stessi leader ecclesiastici, in via precauzionale dopo i massacri compiuti mentre i fedeli partecipavano alle funzioni pasquali che hanno provocato la morte di 253 persone e il ferimento di altre 500. Tra le vittime, gli investigatori hanno identificato 42 stranieri e 45 bambini.

Mentre proseguono i raid nel Paese, gli investigatori sembrano ancora brancolare nel buio. Lo Stato islamico ha rivendicato le stragi, ma le autorità di Colombo ritengono che la responsabilità sia da attribuire a due fazioni islamiche locali (National Thowheed Jamath e al Jamaat-ul-Mujahideen) con presunti legami con l’estero. In tutta questa confusione, ieri si è levata la voce del card. Ranjith, che ha criticato senza mezzi termini le falle di Colombo nella gestione dell’emergenza.

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