Sichuan, ai domiciliari le famiglie dei bambini morti nel terremoto di 10 anni fa
Le autorità locali temono proteste e petizioni in previsione della ricorrenza. Più di 88mila persone, tra cui circa 10mila bambini in età scolare, hanno perso la vita nel sisma del 12 maggio 2008. La scossa ha raso al suolo la maggior parte degli edifici scolastici. I genitori delle vittime si battono per i risarcimenti e le promesse non mantenute da Pechino.
Pechino (AsiaNews/Rfa) – Le autorità della provincia sud-occidentale del Sichuan hanno disposto gli arresti domiciliari per diverse famiglie che hanno perso i propri bambini nel devastante terremoto del 2008, di cui il prossimo 12 maggio si celebrerà il decimo anniversario.
Più di 88mila persone, tra cui circa 10mila bambini in età scolare, hanno perso la vita nel sisma che ha devastato le regioni montuose della provincia. La scossa ha raso al suolo la maggior parte degli edifici scolastici. La conseguente indignazione pubblica è sfociata in accuse di corruzione, legate agli scadenti standard di costruzione delle strutture, denominate in modo spregiativo "le scuole di tofu". A distanza di un decennio, i genitori delle vittime sostengono che la loro campagna per i risarcimenti e l'assistenza finanziaria sia stata un fallimento, nonostante le promesse annunciate dal governo nel piano di ricostruzione. Al momento, in molti sono persino sotto stretta sorveglianza o agli arresti domiciliari, poiché le autorità tentano di impedir loro di presentare le denunce al Partito comunista a Pechino.
Sang Jun, che ha perso il figlio nel crollo della scuola elementare Fuxin n.2 nella cittadina di Mianzhu, tra le più colpite dal sisma, dichiara a Rfa di essere sorvegliato 24 ore su 24 dalla polizia. “Le forze di sicurezza mi controllano da un paio di giorni – afferma il genitore – Questo perché io ed alcune delle famiglie delle altre vittime siamo saliti su un treno per Pechino, ma siamo stati riportati indietro da funzionari di Zhengzhou, che ci hanno persuasi a tornare a casa. Tutti noi genitori attivisti e le famiglie degli scolari di Mianzhu [che sono morti] siamo ora agli arresti domiciliari e non abbiamo nemmeno il permesso di uscire”. In totale, sono 129 gli studenti della Fuxin n.2 morti nel terremoto. È di 5mila bilancio delle vittime tra i bambini dell’area intorno a Mianzhu.
Anche Li Yan, madre di una vittima, rivela di esser confinata in casa dalla polizia. “Pochi giorni fa, siamo stati convocati negli uffici del governo del villaggio. Ci hanno detto di non rilasciare interviste ai media stranieri – afferma la donna – Chiediamo spiegazioni sui materiali da costruzione 'fatti col tofu' e usati dal governo negli edifici scolastici. Inoltre, resta la questione per il mantenimento degli altri nostri figli, che si sta rivelando molto difficile”. In seguito al disastro sismico, ai genitori in lutto è stato permesso di avere un secondo figlio. Nella speciale dispensa alle regole della “pianificazione del figlio unico”, il governo aveva promesso anche di finanziare l'educazione dei bambini e altre spese di soggiorno. L’impegno deve ancora essere mantenuto.
Tan Zuoren, scrittore del Sichuan che è stato in prigione per aver investigato sulla corruzione dietro i collassi delle scuole, dichiara di aver continuato le ricerche dal suo rilascio dal carcere, nell'aprile 2014. Tan, 63 anni, afferma che le autorità hanno soffocato i ripetuti tentativi dei parenti delle vittime di inscenare proteste o petizioni; ai loro avvocati è stato sconsigliato di accettare i casi legati ai risarcimenti delle vittime, pena la perdita della licenza per la pratica. “I genitori cercano una risposta ma non hanno ricevuto assistenza legale, perché nessun avvocato e nessun tribunale oserebbe accettare un caso del genere”, dichiara Tan.