Seoul: “Un missile del Nord contro la Cheonan”
Seoul (AsiaNews) – Un siluro lanciato da un sottomarino nordcoreano, o un uomo-razzo che si è suicidato cavalcando un razzo armato. Sono queste le nuove ipotesi che emergono sull’affondamento della Cheonan, la corvetta sudcoreana colata a picco il 26 marzo scorso nelle acque del Mar Giallo facendo 46 vittime fra i marinai a bordo.
Lo sostiene una fonte delle forze armate della Corea del Sud, che cita un rapporto segreto inviato al governo per fare luce sull’accaduto: “I sottomarini del Nord sono tutti armati con siluri pesanti con testate da 200 chili. La valutazione dell’intelligence militare è che il Nord abbia attaccato con un siluro pesante”. Il rapporto si basa su informazioni raccolte in modo congiunto dai servizi sudcoreani e statunitensi.
Le cause del disastro non sono mai state chiarite ufficialmente. In un primo tempo si è pensato a un siluro di un sottomarino del Nord (in zona in passato ci sono stati scontri fra navi dei due Paesi), poi l’ipotesi è stata accantonata e si è passati ad altre possibilità: la collisione con una vecchia mina dei tempi della guerra, un’esplosione interna, un cedimento strutturale.
Gli esperti, che hanno recuperato la poppa, hanno però stabilito che l’esplosione esterna è la causa più probabile del disastro, e questo ha riportato in primo piano l’ipotesi dell’attacco da parte di una unità di Pyongyang. La Corea del Nord ha subito respinto l’accusa. Il 19 aprile, il presidente sudcoreano Lee Myung-bak ha promesso, asciugandosi le lacrime in un messaggio televisivo alla nazione, che si impegnerà “per fare luce sull’affondamento della corvetta”, senza mai nominare però lo Stato vicino.
L’incidente è avvenuto in una fase di tensione tra le due Coree: i negoziati a sei sul disarmo nucleare sono in fase di stallo dal 2008, mentre anche i deboli colloqui intercoreani stentano a produrre effetti di rilievo, specie dopo le esercitazioni militari tra Seoul e Washington e le ripetute dichiarazioni di alti funzionari americani e sudcoreani sulla preparazione di scenari di emergenza di Corea del Sud, Usa e Cina per far fronte a un possibile collasso del regime comunista nordcoreano.
E proprio questo, sostiene una fonte di AsiaNews in Corea, è il vero motivo che “molto probabilmente bloccherà per sempre le indagini sull’affondamento: Washington spera di riportare Pyongyang al tavolo, e un’accusa diretta da parte di Seoul seppellirebbe per sempre questa speranza”.