13/11/2013, 00.00
COREA DEL SUD
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Seoul, sacerdote "icona della democrazia" contro la Park: Chieda scusa e si penta

di Joseph Yun Li-sun
Il p. Ham Se-woong, sacerdote cattolico noto in tutta la Corea del Sud per il suo ruolo di primo piano nelle proteste degli anni Settanta contro il dittatore Park Chung-hee, si è unito all'Alleanza per la cooperazione: "Sta succedendo quello che è accaduto nel secolo scorso. Il governo deve pentirsi e fare un passo indietro. E noi dobbiamo vigilare per salvare la democrazia".

Seoul (AsiaNews) - Le illegalità compiute dagli apparati statali durante le elezioni presidenziali di un anno fa "sono gravi, questo è ovvio. Ma la cosa più grave, il crimine peggiore, è vedere l'attuale governo che cerca di coprirle, di sviare le indagini, di fare pressione per mettere tutto a tacere". Lo ha detto ieri p. Ham Se-woong, sacerdote cattolico noto in tutta la Corea del Sud per il suo ruolo di primo piano nelle proteste degli anni Settanta contro il dittatore Park Chung-hee, padre dell'attuale presidente coreana Park Geun-hye.

Il sacerdote ha partecipato al lancio dell'Alleanza per la cooperazione, un movimento che si propone di ottenere giustizia dopo le gravi violazioni compiute dai Servizi segreti nazionali ed emerse nei mesi scorsi. La Chiesa cattolica si è unita compatta alle proteste, portate avanti da partiti e organizzazioni democratiche, che chiedono alla "Casa Blu" di fare chiarezza sui brogli elettorali e più in generale di mettere un freno alle attività illegali compiute da apparati statali in nome della "stabilità".

Per p. Ham, che per un decennio ha lavorato insieme al cardinal Kim per sostenere le attività democratiche contro la dittatura militare di Park (padre), "la Chiesa e la società devono essere sempre unite per salvaguardare la Costituzione e i valori emersi dopo la Rivoluzione per l'indipendenza dal Giappone del 1919. Come abbiamo fatto nel 1960, e poi ancora nel 1980 e nel 1987, dobbiamo agire con determinazione per fermare i governi iniqui che cercano di mettere da parte la democrazia. Oggi non c'è differenza con quello che è avvenuto allora. Dobbiamo pregare, sperare e chiedere all'attuale esecutivo di pentirsi".

In quest'ottica, ha concluso, "formando questa Alleanza abbiamo deciso di unirci intorno ai nostri grandi denominatori comuni nonostante le differenze di base. Non esistono violazioni minori e violazioni maggiori, sono tutte cose gravi che mettono a rischio la nostra concezione di democrazia. Chi ci governa deve tornare allo spirito del compito che svolge, ritrovare la propria umiltà e chiedere scusa di quanto è accaduto davanti a tutta la popolazione".

 

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