02/08/2013, 00.00
CINA – GIAPPONE
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Senkaku/Diaoyu, navi della Guardia costiera cinese (armate) nelle acque contese

Questa mattina, per la seconda volta in una settimana, un gruppo di vascelli battenti bandiera cinese è entrato nelle acque delle isole rivendicate da Tokyo. Pechino ha varato una riforma che permette alla Guardia di armare le proprie navi: gli esperti temono un incidente di tipo militare.

Pechino (AsiaNews) - Torna alta la tensione fra Cina e Giappone dopo che questa mattina, per la seconda volta in una settimana, 4 vascelli della Guardia costiera cinese sono entrate nelle acque che circondano le isole Senkaku/Diaoyu. Il piccolo arcipelago è al centro di una disputa territoriale che vede opporsi Pechino, Tokyo e Taipei: al momento il Sol Levante le ritiene un proprio territorio nazionale, e il premier Shinzo Abe ha confermato che "saranno difese a ogni costo".

L'ingresso delle navi cinesi segue di qualche settimana una riforma interna alle Forze armate, con la quale Pechino ha unito una serie di agenzie governative e ne ha dato il controllo proprio alla Guardia costiera. Secondo alcuni osservatori, in questo modo il governo cinese ha mostrato la propria intenzione di impegnare ancora più uomini nella questione delle isole.

Secondo i media cinesi, al momento fanno parte di questa nuova unità la sorveglianza marina, la Guardia costiera - che però passa a sua volta sotto il controllo della polizia di Stato - e le agenzie di sicurezza per la pesca e il commercio. In questo modo, i vascelli possono navigare armati e proprio la presenza delle armi potrebbe scatenare un incidente di tipo militare.

Nel settembre del 2011 l'acquisizione da parte di Tokyo di 3 delle 5 isolette da un privato ha scatenato la furia di Pechino, che ha lanciato una campagna politica e militare per rivendicare la propria sovranità sull'area. Nella contesa è presente anche Taiwan, che ha proposto ai contendenti di "sfruttare insieme, senza parlare di proprietà, le ricchezze locali".

Non è chiaro il valore dell'arcipelago. Si pensa che esso abbia anzitutto un valore strategico, trovandosi sulla rotta delle più importanti vie marittime; altri affermano che oltre alle acque ricche di pesca, nel sottofondo marino vi siano sterminati giacimenti di gas. Nel 2008, come gesto di distensione, i due governi hanno firmato un accordo per lo sfruttamento e la ricerca congiunti nell'arcipelago, che tuttavia è rimasto lettera morta.

 

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