12/06/2018, 12.47
PAKISTAN
Invia ad un amico

Sei mesi in attesa della pensione: sindaco di Faisalabad paga gli spazzini cristiani

di Shafique Khokhar

Il politico firma l’assegno per il primo mese di stipendi. I lavoratori in attesa dall’inizio del 2018 sono oltre 2mila, di cui il 90% cristiani. I compensi variano da 18 a 72 euro al mese, in base agli anni di servizio. Pensionati affetti da malattie contratte sul lavoro non hanno le medicine per curarsi.

Faisalabad (AsiaNews) – Dopo sei mesi di attesa, gli ex lavoratori della Compagnia di nettezza urbana di Faisalabad (Faisalabad Waste Management Company), hanno ricevuto il primo mese di pensione. Almeno 2200 persone, di cui il 90% è di religione cristiana, aspettavano il pagamento dall’inizio del 2018. Lo scorso 9 giugno essi hanno organizzato una protesta di fronte la sede dell’azienda e promesso di manifestare ancora oggi. Ma ieri, per scongiurare nuove agitazioni, il sindaco Malik Razzaq ha firmato l’assegno per il primo mese. Ai lavoratori vanno da 2500 a 10mila rupie pakistane [da 18 a 72 euro, ndr], in base agli anni di servizio prestati nella compagnia. Dopo l’annuncio del pagamento, gli spazzini hanno deciso di sospendere la manifestazione di oggi.

Il primo cittadino ha staccato un assegno per un totale di 161mila rupie [1168 euro, ndr]. Inoltre ha promesso di autorizzare il pagamento di altre quattro mensilità dopo la festa dell’Eid [che conclude il mese sacro del Ramadan, ndr]. Se così non dovesse essere, i sindacati che rappresentano i pensionati assicurano che daranno vita a nuove proteste.

Il 9 giugno scorso la manifestazione era organizzata da sigle sindacali e associazioni cristiane. Tra gli aderenti, la Ittehad Labor and Staff Union, l’associazione Human Rights Focus Pakistan (Hrfp) e la National Minorities’ Alliance Pakistan. I rappresentanti di coloro che per anni hanno contribuito a ripulire la città dai rifiuti, svolgendo un lavoro che in pochi desiderano compiere, lamentavano ritardi e inadempienze da parte della municipalizzata. Sottolineavano anche che il 10 maggio l’Alta corte di Lahore aveva ordinato il pagamento delle pensioni arretrate, senza però che niente fosse cambiato per le misere esistenze dei cristiani.

Secondo Abrar Younas, presidente della Ittehad Labor and Staff Union, la responsabilità dei ritardi era da attribuire allo stesso sindaco. “Egli ha utilizzato i fondi pensionistici – denunciava – per la propria compagna politica. Questa è una enorme violazione ai danni dei poveri pensionati, alcuni con gravi disturbi di salute”. Infatti a causa delle sostanze tossiche presenti nei rifiuti inalate per anni, molti ex netturbini hanno contratto asma, allergie della pelle, problemi cardiaci, disturbi intestinali, epatite.

Robin Daniel, presidente della National Minorities’ Alliance Pakistan, riferisce che “sette persone sono morte per mancanza di medicine e stress. Siamo preoccupati per la salute e la situazione economica delle famiglie. La maggior parte degli ex dipendenti non hanno altro mezzo per sopravvivere se non la pensione. Continueremo la nostra battaglia fin quando non otterremo giustizia”. Naveed Walter, attivista e presidente di Hrfp, conclude: “Condanniamo le minacce subite dai pensionati e continueremo a dare loro sostegno legale. Lasciamo aperte tutte le opzioni, compreso il ricorso alla Corte suprema”.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Faisalabad, gli spazzini devono essere “non musulmani”. La condanna della Chiesa (Foto)
26/01/2017 12:46
Faisalabad, torna la “violenza economica” sugli spazzini cristiani
10/01/2024 10:58
Peshawar: Insegnare sartoria a orfane e vedove, vittime dell’attentato contro la All Saints
08/06/2015
Lahore, spazzini ad alto rischio contagio: lavorano senza mascherine
26/03/2020 10:42
Giustizia e pace chiede al nuovo governo un Ministero per le minoranze
08/09/2018 08:30


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”