14/04/2021, 15.25
CINA-VATICANO
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Sacerdote cinese: Santità, ascolti la voce di questi orfani, i più deboli e i più veri della Chiesa in Cina

di P. Wendao

Un appello a papa Francesco e alla Chiesa universale perché fermino la chiusura degli orfanotrofi cattolici di bambini disabili mentali e fisici. È tempo di rivedere l’Accordo sino-vaticano: aveva suscitato speranze, ma ora tutto viene tradito in nome della politica.

Pechino (AsiaNews) - Una richiesta al papa e alla Chiesa universale perché parlino in difesa degli orfani - bambini disabili mentali e fisici – che vengono consegnati a strutture statali. Il governo cinese ha infatti decretato la chiusura e la cancellazione di orfanotrofi cattolici che esistono e sono apprezzati da decenni anche da membri del Partito. È di ieri la notizia della chiusura della “Casa dell’aurora” di Zhaoxian. Oltre al male che viene fatto a questi bambini, vi è un male che viene fatto alla Chiesa: quello di sopprimere il più possibile la visibilità della fede e delle sue opere. La riflessione sugli orfanotrofi che vengono chiusi, porta p. Wendao a rivedere l’entusiasmo verso l’Accordo provvisorio Cina-Vaticano. P. Wendao è un sacerdote del Nord della Cina. Al suo attivo ha diverse lauree e lunghi stage all’estero.

 

Negli ultimi tempi si sono diffuse molte notizie sulla chiusura o lo scioglimento di case per bambini disabili o orfani tenute dalla Chiesa cattolica. Fra le più recenti vi sono: la casa San Giuseppe per bambini disabili a Renqiu, Xianxian (diocesi di Cangzhou); la casa Liming (dell’aurora) a Zhaoxian, entrambe nell’Hebei. Vi sono pure notizie riguardo agli orfanotrofi cattolici a Zhangjiakou e Zhengding, anche questi nell’Hebei. Due anni fa è successa la stessa cosa per un orfanotrofio a Baoji (Shaanxi), curato dalle suore del Sacro Cuore.

Molti cinesi guardano a queste case per bambini disabili con rispetto e amore; molte persone le visitano e aiutano nel servizio, portando buoni frutti d’amore nella Chiesa e nella società. In questi luoghi le persone apprendono a prendersi cura e rispettare “i piccoli” di Dio.

Ho un ricordo vivo di alcuni anni fa, quando sono stato costretto a seguire una sessione di “riforma” nell’Istituto centrale per il socialismo. Una professoressa del corso ha raccontato la sua esperienza dopo aver visitato quegli orfanotrofi cattolici per i bambini disabili in Hebei. Ella ha detto che quelle case erano ben organizzate dalla Chiesa cattolica e risolvevano alcuni problemi sociali, dato che bambini abbandonati trovavano qualcuno che si curava di loro. La professoressa ha continuato: “I gruppi cattolici mostrano di fare questo lavoro non per il profitto, ma per amore. E lo staff e le suore cattoliche che sono al servizio [di questi bambini] meritano il nostro rispetto. L’amore che essi donano ai bambini abbandonati proviene dalla loro fede in Dio. Questo è un fatto non comune, che si vede di rado in altri settori della società”. Insomma: anche se lei era comunista, atea, riconosceva i servizi resi alla società dalla Chiesa cattolica.

Adesso, il governo non solo ignora il meraviglioso contributo e il servizio sociale di alta qualità offerto dalla Chiesa cattolica, ma lo sta distruggendo! Le autorità hanno ordinato alle suore di chiudere gli orfanotrofi e trasferire gli orfani e i bambini disabili che erano con loro, in istituzioni gestite dallo stato. Da notare che queste persone sono gli stessi rappresentanti del governo che in passato giudicavano una scocciatura e senza significato la registrazione dell’identità di quei bambini. Che è successo? Sono cambiati, divenuti di buon cuore dal giorno alla notte? È chiaro che il proposito del governo non è servire quei bambini abbandonati, ma seguire gli ordini politici dei loro superiori: fare tutto il possibile per ridurre l’influenza della Chiesa cattolica in Cina. Per questa ragione, che si tratti di servizi sociali o della vita della Chiesa, il governo sta sopprimendo tutto senza sosta, o imponendo una serie di misure di controllo!

Durante la Settimana Santa e nei giorni di Pasqua di quest’anno, molti fedeli in diverse parti della Cina hanno diffuso messaggi pieni di tristezza perché non potevano partecipare alle liturgie della Settimana Santa. Essi dicono che avrebbero voluto partecipare ai riti, ma le chiese erano bloccate. Centri commerciali e attrazioni turistiche sono aperti: perché non la chiesa? Sembra che ciò sia dovuto alla pandemia, ma di fatto si effettua un controllo più serrato sulla Chiesa. Giorni fa si è diffusa un’altra triste notizia da Shanghai: “a causa della pandemia da Covid-19, sarà proibita ogni attività di pellegrinaggio a Sheshan (Shanghai)” nei prossimi mesi, quando di solito si onora e celebra la Madre di Dio benedetta.

Casi simili non avvengono solo nelle chiese, ma anche nelle scuole di ogni livello. Il governo ha stretto il controllo sulla fede religiosa di studenti e insegnanti, dalle elementari fino all’università, facendo del loro meglio per controllare ogni ambiente educativo perché non avvenga alcuna attività religiosa o di Chiesa.

Alcuni fedeli hanno commentato dicendo che la scuola ha diffuso documenti per fare un’inchiesta sulla fede religiosa di studenti e professori. Coloro che sono stati scoperti ad avere una fede religiosa (e soprattutto i cattolici), alcuni sono stati persuasi ad abbandonare il percorso educativo, altri sono stati messi in guardia con pressioni piscologiche; alcuni insegnanti sono stati minacciati sui rischi per la loro carriera, altri disprezzati in pubblico. Lo scopo è giungere a zero credenti in scuola, facendo comprendere a studenti e insegnanti che è meglio non credere in nessuna religione.

Nello scrivere ciò, mi viene in mente l’Accordo (provvisorio) fra Cina e Vaticano. Quando è stato firmato, la Chiesa in Cina si è sentita davvero incoraggiata. Dopo quella firma, tutti attendevano “giorni migliori”. In più, un gran numero di persone di chiesa erano entusiasti e per molti fedeli la luce stava finalmente giungendo in Cina. Nei media si diceva perfino che il papa sarebbe venuto in Cina di lì a poco.

Alla luce di questa speranza, i fedeli cinesi hanno accettato quei vescovi come pastori ufficiali della Chiesa. Di fatto, un’organizzazione non riconosciuta dalla Chiesa - l’Associazione patriottica – ha offuscato i principi dei fedeli e si è innalzata come il modello ufficiale. Alcuni sacerdoti, che coltivano il “sogno di [diventare] vescovo”, agitano la bandiera dell’accordo, senza considerare se vi sono vantaggi per la Chiesa e affrontando la cosa senza vergogna, come al mercato Liu’yin di Pechino, guardando ai propri vantaggi.

Era inevitabile che tutto questo avvenisse in conseguenza dell’Accordo sino-vaticano. E l’accordo, come pure le indicazioni date dal papa alla Chiesa cinese dopo l’accordo, mostrano che tale “accordo” va mantenuto. Tutti si aspettavano che ci sarebbero state altre concessioni a favore delle autorità della Chiesa e per gli interessi generali della Chiesa, pensando che la Chiesa avrebbe compiuto presto ulteriori aggiustamenti.

Ciò che è accaduto in seguito alla Chiesa in Cina, ha gelato il sentimento dei fedeli. Molte chiese sono state chiuse; ai giovani minori di 18 anni è vietato partecipare a qualunque attività ecclesiale; piccoli centri di commercio della Chiesa [libreria, oggettistica, souvenir,…] sono stati obbligati a chiudere; chiusi anche i seminari minori; pubblicazioni ecclesiali come "Faith Press Weekly" sono state sospese; l’organizzazione “Xinde (fede)” è stata rettificata; tutte le chiese sono obbligate a appendere cartelli e bandiere per promuovere le idee del Partito comunista; e infine, in nome della pandemia, tutte le cerimonie pubbliche della Chiesa sono state bandite.

In passato, quando accadevano queste cose, la Chiesa cinese (e quella universale) erano pronte a incoraggiare e sostenere. Ora, a causa dell’Accordo, la voce di giustizia del papa è rimasta in silenzio.

Forse ha un certo significato anche il fatto che la sede episcopale di Hong Kong sia ancora vacante dalla morte [circa due anni fa] di mons. Michael Yeung Ming-cheung. Questo è un fenomeno molto anormale nella Chiesa. Qualche ecclesiastico dice che anche questo è dovuto all’Accordo provvisorio sino-vaticano. Anche davanti alle proteste di Hong Kong contro la legge sull’estradizione, che ha mosso le manifestazioni di milioni di persone, e la persecuzione, la Santa Sede è rimasta in silenzio.

Pur essendo il campo missionario più significativo dell’Asia, gli affari della Chiesa in Cina sono stati deviati dalla Congregazione per l’evangelizzazione die popolo – responsabile del lavoro in quell’area missionaria – ed è ora sotto la diretta responsabilità della Segreteria di Stato. Gli affari della Chiesa sono divenuti politici, e tutto serve la politica. Per questo, abbiamo spesso sentito il card. Pietro Parolin dire che “siamo positivi e ottimisti verso le relazioni Cina-Vaticano. La Santa Sede sta facendo ogni sforzo per assicurare la vita normale della Chiesa cinese, compresa la libertà di credere e la comunicazione con il papa”.

Anche l’ottimismo del card. Parolin viene dalla speranza suscitata dalla firma dell’Accordo provvisorio. Seguendo questa mentalità, tutti sono fiduciosi, specie quei vescovi che hanno “cariche pubbliche”. La loro voce celebrativa e fiduciosa copre la realtà della Chiesa, che è perseguitata, e copre le altre voci piene di dolorose emozioni.

In Cina, le persone che credono in Cristo sono una minoranza. Esse sono spesso discriminate e soppresse. Il mondo esterno fa fatica a sentire la loro voce. E ora, con le grida alternative di questi vescovi con “cariche pubbliche”, le voci vere sono ancora più coperte.

Fra i bambini che le suore accolgono, la maggior parte di loro sono disabili, alcuni fisici, altri mentali. Sono persone che hanno bisogno della sollecitudine degli altri; essi sono abbandonati dai genitori e dalla società e soffrono dolori fisici ed emozionali. Davanti a queste ingiustizie, essi sono la voce più debole. E ora di fronte a questa realtà pesante, la Chiesa universale rimarrà ancora in silenzio e ignorando il loro grido di aiuto?

Infine, vorrei chiedere al papa, padre della Chiesa universale: Santità, la prego, ascolti questa voce, la più debole e la più vera della Chiesa in Cina.

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