08/08/2016, 08.32
THAILANDIA
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Referendum in Thailandia: approvata la Costituzione, elezioni nel 2017

Circa il 61% dei thailandesi ha votato sì alla Carta scritta dai militari. Affluenza al 55%. Critiche per la repressione della campagna a favore del “no” nelle settimane precedenti il voto. D’ora in poi anche il Senato (nominato dal governo) potrà eleggere il primo ministro. Vietata la presenza di osservatori indipendenti durante il voto.

 

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – I 50 milioni di thailandesi chiamati alle urne ieri hanno approvato la bozza della Costituzione proposta dalla giunta militare. Secondo dati non ufficiali, circa il 61% degli aventi diritto ha votato per il sì alla domanda che chiedeva l’approvazione della Carta che sostituirà quella del 2014. L’affluenza è stata del 55%, nonostante la grande campagna messa in piedi dai militari per invitare tutti al voto.

Oltre all’approvazione della Costituzione, il referendum chiedeva l’accettazione di una misura che consente al Senato di unirsi alla camera bassa nell’elezione del primo ministro. Anche questo provvedimento è stato votato con la maggioranza dei “sì”. I 250 membri del Senato non vengono eletti ma sono tutti nominati dal governo.

Osservatori e attivisti criticano la giunta al potere per aver vietato la campagna elettorale a favore del “no”. Nei giorni precedenti il voto i militari hanno arrestato migliaia di persone e disperso i movimento popolari che si opponevano alla nuova Costituzione. La commissione elettorale non ha autorizzato la presenza di osservatori indipendenti durante la conta dei voti.

Il primo ministro Prayut Chan-O-Cha ha dichiarato che le prossime elezioni generali si terranno verso la fine del 2017 (forse ad ottobre). Dopo la vittoria al referendum, il generale ha aumentato il suo riconoscimento politico in vista della sua prossima candidatura.

La giunta militare controlla la Thailandia dal maggio 2014, quando prese il potere con un “golpe bianco”, che ha interrotto anni di scontri fra le “camicie rosse” – che sostengono l’ex premier Thaksin Shinawatra, popolare nelle campagne e tra le fasce deboli – e le “camicie gialle”, rappresentanti della classe urbana e dell’establishment.

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