Rakhine, progressi ‘apprezzabili’ per risolvere la crisi dei Rohingya
Consegnato il rapporto finale della Commissione consultiva che assisteva il governo nell’attuare le raccomandazioni di Kofi Annan. La Commissione indipendente d’inchiesta (ICoE) voluta da Aung San Suu Kyi inizia le indagini sulle violenze. Progressi nelle relazioni tra Myanmar e Bangladesh: il ministro degli Esteri di Dhaka in visita presso i centri di accoglienza e transito costruiti per i profughi.
Yangon (AsiaNews) – Gli sforzi ed i progressi del governo birmano per risolvere la crisi nello Stato occidentale di Rakhine sono “apprezzabili ma resta ancora molto lavoro da fare, soprattutto nel rimpatrio e reinsediamento” dei profughi Rohingya. È quanto emerge dalla conferenza stampa che due giorni fa ha chiuso i lavori della Commissione consultiva per il Rakhine, poche ore dopo la consegna del suo ultimo rapporto al consigliere di Stato e leader democratica Aung San Suu Kyi. Istituito nel dicembre dello scorso anno sotto la guida del dott. Surakiart Sathirathai, l’organo era deputato ad assistere il Comitato governativo per l’attuazione delle raccomandazioni sul Rakhine, presentate da Kofi Annan nell’agosto 2017.
La Commissione ha ottenuto diversi successi. Surakiart cita il memorandum d’intesa (MoU) che Naypyidaw ha siglato lo scorso maggio con il Programma per lo sviluppo (Undp) ed il Consiglio per i diritti umani (Unhrc) delle Nazioni Unite. Ad esso si aggiunge in giugno la visita in Rakhine di Christine Schraner Burgener, inviato speciale dell’Onu in Myanmar. Particolare soddisfazione ha suscitato anche l’istituzione di una Commissione indipendente d’inchiesta (ICoE), voluta dalla Signora nonostante l’opposizione dei nazionalisti buddisti birmani.
L’ICoE si occuperà delle indagini sulle presunte violazioni dei diritti umani avvenute nel nord del Rakhine negli ultimi due anni ed entro 12 mesi riferirà al presidente birmano U Win Myint. Composta da due esperti internazionali e due membri locali, la Commissione ha iniziato il suo mandato tre giorni fa, due settimane dopo la sua fondazione. Rosario Malano, diplomatica filippina e presidente dell’ICoE, annuncia “imparzialità” e promette che quest’ultima “non punterà il dito contro nessuno” ma “cercherà di cooperare con tutti per la pace e la stabilità della regione”.
Gli analisti sottolineano progressi anche nelle relazioni tra Myanmar e Bangladesh, dove hanno trovato rifugio circa 700mila musulmani in fuga dall’ultima ondata di violenze settarie. Negli ultimi giorni, il ministro di Dhaka per gli Affari esteri ha guidato una delegazione nel Paese, dove è rimasto tre giorni. Abul Hassan Mahmood Ali è stato ricevuto a Naypyidaw lo scorso 10 agosto ed il suo viaggio ha compreso anche una visita nel villaggio di Maungdaw in Rakhine, epicentro degli scontri di agosto 2017, ed alcuni centri di accoglienza e transito costruiti per i profughi di ritorno. Il ministro bangladeshi e la controparte birmana si sono impegnati a collaborare per la risoluzione dell’emergenza ed hanno manifestato l’intenzione di rafforzare i rapporti economici tra i due Paesi.