19/02/2013, 00.00
PAKISTAN
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Quetta, arresti per la strage di sciiti. Il bilancio sale a 89 morti

Questa mattina le forze di sicurezza hanno compiuto un raid in città, uccidendo quattro sospetti terroristi e arrestandone altri sette. Dopo la strage al mercato del 16 febbraio al mercato ortofrutticolo, in cui sono rimaste ferite altre 200 persone, monta la protesta contro il governo. Nel 2012 uccisi oltre 400 esponenti della minoranza musulmana sciita.

Quetta (AsiaNews/Agenzie) - Questa mattina le forze di sicurezza pakistane hanno ucciso quattro persone e arrestate altre sette, accusate di aver condotto a più riprese attacchi contro la minoranza musulmana sciita. Secondo le indiscrezioni filtrate, nel gruppo vi sarebbe anche una delle menti della strage contro gli hazara a Quetta del 16 febbraio scorso, nella quale sono morte almeno 89 persone. Il Paese asiatico, a larga maggioranza musulmano sunnita, è spesso teatro di sanguinosi attacchi contro esponenti di etnie o religioni diverse fra cui musulmani sciiti e hazara, sufi, cristiani, buddisti e indù.

Gli agenti hanno condotto una vasta operazione nella periferia sud-occidentale di Quetta, dove è divampata una feroce protesta che vede coinvolti migliaia di esponenti della minoranza sciita. Infuriati per la strage dei giorni scorsi, essi chiedono all'esercito maggiore protezione e, fino a quando non verranno accolte le richieste, rifiutano di seppellire le vittime sebbene, per tradizione islamica, essa avviene entro le 24/48 ore dalla morte.

Il raid di questa mattina, spiegano in una nota congiunta il ministro degli interni del Baluchistan e il responsabile delle Guardie di frontiera, è parte di una "operazione tuttora in corso" e ha colpito "personalità di alto profilo", coinvolte nella morte di "un giudice sciita e alti ufficiali di polizia".

Tra le persone arrestate vi sarebbe anche una delle menti della strage al mercato ortofrutticolo del 16 febbraio, nel quartiere hazara della città di Quetta, nella quale sono morte almeno 89 persone e altre 200 sono rimaste ferite. Il gesto è stato rivendicato dal gruppo estremista islamico Lashkar-e-Jhangvi (LeJ), fra i più attivi e sanguinari di tutta la nazione. Gli agenti hanno inoltre sequestrato bombe artigianali, armi e divise. Da Islamabad è partita una delegazione governativa, per tentare una mediazione che metta fine alla protesta sciita, che vede coinvolte migliaia di persone fra cui donne e bambini. A pochi mesi dalle elezioni, nel Paese monta lo scontento verso l'esecutivo, ritenuto responsabile dell'insicurezza e incapace di fermare estremisti e talebani.

Negli ultimi mesi a Quetta, capoluogo provinciale del Baluchistan, si sono registrati diversi attacchi mirati contro la minoranza sciita. I movimenti nazionalisti locali, che si sommano ai gruppi estremisti, hanno adottato la tecnica dello stragismo, per costringere il governo a cedere maggiori risorse derivanti dallo sfruttamento di gas naturali e minerali presenti nel sottosuolo. Il 2012 è stato fra i più terribili per gli sciiti, con un bilancio di sangue che parla di oltre 400 morti in diversi attentati, di cui 125 nella sola provincia del Baluchistan dove vi è una forte presenza hazara. 

Con più di 180 milioni di abitanti (di cui il 97% professa l'islam), il Pakistan è la sesta nazione più popolosa al mondo ed è il secondo fra i Paesi musulmani dopo l'Indonesia. Circa l'80% è musulmano sunnita, mentre gli sciiti sono il 20% del totale. Vi sono inoltre presenze di induisti (1,85%), cristiani (1,6%) e sikh (0,04%). Le violenze contro le minoranze etniche o religiose si verificano in tutto il territorio nazionale, dalla provincia del Punjab fino a Karachi, nella provincia meridionale del Sindh, dove nei primi otto mesi del 2012 sono state uccise più di 1.700 persone. 

 

 

 

 

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