31/05/2014, 00.00
COREA
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Pyongyang, lavori forzati a vita per un missionario battista sudcoreano

di Joseph Yun Li-sun
Il missionario Kim Jeong-wook avrebbe "confessato i suoi crimini": spionaggio, attività religiose sotterranee, "offese alla dignità della suprema leadership". La Corea del Nord proibisce ogni culto eccetto quello verso la dinastia regnante. Altri missionari hanno subito condanne e prigionia.

Seoul (AsiaNews) - Un missionario battista del Sud è stato condannato da un tribunale della Corea del Nord ai lavori forzati a vita per spionaggio, attività religiose sotterranee ed offese alla "dignità della suprema leadership".

La notizia, apparsa oggi sui media del Nord, parla di un processo tenutosi ieri nella capitale contro Kim Jeong-wook, che avrebbe "confessato i suoi crimini".

L'agenzia del regime, la Kcna, riporta che Kim è entrato in modo illegale nel Nord, col proposito di costituire una chiesa sotterranea e raccogliere informazioni sugli affari interni di Pyongyang. Il procuratore generale aveva domandato la pena di morte, ma la condanna inflitta è stata poi il carcere e i lavori forzati a vita.

Kim, 50 anni, ha lavorato per molto tempo nella città di Dandung ai confini con la Cina ed era stato arrestato lo scorso ottobre. I servizi di sicurezza di Seoul hanno negato che Kim sia coinvolto in azioni di spionaggio, dopo che il missionario è apparso alla televisione statale (del Nord) confessando i suoi "crimini".

Le accuse contro Kim, sono l'aver compiuto "atti religiosi contro la Nordcorea e  offesa cattiva contro la dignità della suprema leadership".

Nel regno di Kim Jong-un è proibita qualunque religione, eccetto quella dell'adorazione alla dinastia regnante. Nella capitale del Nord esistono tre chiese - due protestanti e una cattolica - ma sono ritenute una facciata per i turisti e le organizzazioni non governative. All'interno non operano sacerdoti o religiosi, ma solo funzionari delle Associazioni istituite dal governo per controllare le religioni. 

A Pyongyang un altro missionario, il cittadino Usa Kenneth Bae, sta scontando una pena di 15 anni di lavori forzati per gli stessi motivi.

Alcuni mesi fa, un altro missionario, l'australiano John Short, è stato espulso dopo un periodo di prigionia per aver  distribuito materiale religioso.

 

 

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