25/09/2015, 00.00
PAKISTAN
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Punjab, Giustizia e pace: Il governo non rispetta le quote per le minoranze, ora basta

di Shafique Khokhar
Nelle offerte di lavoro non viene rispettata la quota del 5% riservata ai non musulmani. L’ultimo esempio proviene dall’Istituto di cardiologia: alle minoranze garantiti solo i lavori più umili e meno remunerati. Ncjp: intervenga il ministro, basta discriminazioni. Attivista cristiano: scarsa applicazione della legge sulle quote.

Lahore (AsiaNews) - Attivisti e leader cristiani pakistani lanciano una campagna di protesta contro le autorità della provincia del Punjab, perché all’interno di un bando per il pubblico impiego (vedi link) non viene rispettata la quota del 5% riservata ai non musulmani. Le offerte di lavoro riguardano il settore pubblico di livello BS-1, che comprende le mansioni più umili e meno qualificate. Di questi annunci, solo le richieste riguardanti spazzini e operatori ecologici (il livello più basso) prevedono il rispetto della quota per maschi e femmine; di contro, altri lavori dello stesso settore (BS-1) ma più redditizi e qualificanti - vigilanti, collaboratori domestici, custodi - non rispettano il criterio delle quote.

Da anni in Pakistan è in vigore una norma che riserva il 5% degli spazi occupazionali e delle risorse lavorative alle minoranze religiose; tuttavia, finora nell'applicazione della norma si registravano problemi e incongruenze. Fra queste, la mancata allocazione dei posti nel caso in cui non venissero individuati candidati idonei; un elemento che portava, il più delle volte, alla mancata assegnazione dei posti.

Nel marzo scorso proprio la provincia del Punjab ha registrato, grazie all’impegno del ministro per i Diritti umani e le minoranze del governo locale Khalil Tahir Sindhu, la “piena applicazione” di una norma la cui applicazione è rimasta disattesa per anni. 

Del resto in Pakistan, dove il 97% della popolazione è musulmana (sunnita, spesso con una visione radicale e fondamentalista) e solo il 3% professa altre fedi, vi sono forti discriminazioni in base al sesso, alla religione e all’etnia di appartenenza. A dispetto di una percentuale marginale, i non musulmani (e fra questi vi sono in prima fila i cristiani) hanno contribuito in maniera decisiva in vari settori della vita pubblica e privata: educazione, sanità, difesa, diritti umani, industria dell’intrattenimento e altri settori di primaria importanza. 

Nonostante ciò, come mostra l’ultimo bando pubblico lanciato dall’Istituto di cardiologia del Punjab, restano forti le discriminazioni in materia di impiego e occupazione, soprattutto quando si esce dall’alveo dei lavori più umili e meno remunerati. Il tutto mentre l’amministrazione locale afferma di voler raggiungere entro il 2030 gli obiettivi di sviluppo (Sustainable Developmental Goal, Sdg), che ai punti 8 e 10 prevedono che a ciascun individuo sia garantito un lavoro degno, senza discriminazioni e disuguaglianze. 

Intervenendo sulla vicenda la Commissione nazionale di Giustizia e Pace (Ncjp) della Chiesa cattolica pakistana auspica una modifica radicale del bando, perché venga assicurata in tutte le offerte di impiego la quota del 5% assegnata alle minoranze. Gli attivisti cristiani chiedono anche scuse ufficiali da parte dei responsabili della pubblicazione del bando stesso e l’intervento del ministro capo del Punjab perché faccia chiarezza sulla situazione e metta fine alle discriminazioni, assicurando al contempo pari diritti per tutti.  

Interpellato da AsiaNews Naseem Anthony, dell’Association of Women for Awareness and Motivation (Awam), punta il dito contro la “scarsa applicazione” della quota prevista per le minoranze, dovuta anche all’inerzia del governo e delle amministrazioni pubbliche. Egli conferma che è “prassi comune” prevedere il rispetto della percentuale per lavori umili come gli spazzini, mentre questa non viene presa in considerazione quando il livello dell’offerta di lavoro aumenta. “È necessario garantire - conclude - eguali spazi e opportunità anche per le minoranze religiose”. 

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