15/04/2019, 08.55
RUSSIA
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Prete ortodosso nei guai: la moglie esegue danza brasiliana in Quaresima

di Vladimir Rozanskij

La moglie ha partecipato a un concorso di bellezza e ha postato le foto sui social. Per punizione, la diocesi ha trasferito il marito sacerdote in un remoto villaggio negli Urali. La crisi della famiglia tocca anche il clero uxorato. Il patriarca Kirill denuncia la poca educazione dei seminaristi al matrimonio. La spinta a farli sposare velocemente, prima dell’ordinazione, creando unioni fragili e improvvisate.

Mosca (AsiaNews) - Una danza brasiliana in costume carnevalesco, proprio nei giorni di Quaresima: è ciò che ha compiuto Oksana Zotova, la moglie del sacerdote Sergij Zotov, esibendosi in un concorso di bellezza. In più, ha diffuso le fotografie del concorso sui social network. Per tutto questo, l’eparchia ortodossa russa di Magnitogorsk, nella regione degli Urali, ha punito il sacerdote, inviandolo in uno sperduto villaggio.

Il 12 aprile scorso, il segretario della diocesi, padre Lev (Baklitskij) ha spiegato le ragioni della diocesi all’agenzia Ria Novosti.

P. Lev ha detto che il prete è stato convocato e gli è stato detto che, a causa del comportamento della moglie, per punizione dovrà trasferirsi temporaneamente nel villaggio di Fershampenuaz, nella provincia di Nagajbaksk, almeno finché la vicenda non verrà dimenticata.

Per i sacerdoti uxorati ortodossi i trasferimenti sono di solito rari e concordati, per non sconvolgere la vita familiare, ma in questo caso – secondo p. Lev - “non si poteva ignorare” lo scandalo, “anche se conosciamo padre Sergij come un bravo prete”. I sacerdoti, ha aggiunto, non hanno particolari limitazioni nel comportamento pubblico, “possono anche andare in sauna o in spiaggia con la moglie, ma non mettere le foto sui social”.

Il caso di padre Sergij e Oksana si inserisce in un quadro piuttosto preoccupante per le famiglie dei preti ortodossi. Lo stesso patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev), lo scorso 20 marzo in una riunione del Consiglio superiore della diocesi di Mosca, ha sottolineato: “La crisi dei valori della famiglia, che ha infettato tutta la società contemporanea, ha toccato anche la vita dei sacerdoti, anche se non nella stessa misura dei laici, e tuttavia notiamo tante situazioni di crisi nelle famiglie dei nostri sacerdoti, a partire dalla nostra diocesi della città di Mosca”.

La dinamica indica un netto peggioramento rispetto a 10-20 anni fa, dovuta secondo Kirill “alla diffusione totalitaria di rappresentazioni moralmente dubbie delle relazioni tra uomini e donne”.

Il capo della Chiesa russa ha insistito sull’importanza che i sacerdoti vivano pienamente la dimensione familiari, senza giustificarsi a causa degli impegni pastorali, che li costringono a essere spesso assenti da casa. Questo vale soprattutto per le località di campagna e di paese, dove la vita delle persone è più in vista che nelle città, e il sacerdote è chiamato ad essere ancora di più un esempio per tutti. Kirill ha ricordato anche che “esistono comunque molte famiglie esemplari, sia sacerdotali che laiche, dove la casa è davvero un piccola Chiesa, ma questa Chiesa si deve costruire con fatica e con l’aiuto di Dio”.

Il patriarca ha insistito anche sull’importanza dell’educazione dei seminaristi nelle varie istituzioni diocesane, dove insieme agli studi e ai vari esercizi spirituali “bisogna insegnare ad essere pronti, almeno teoricamente, ad affrontare i problemi della vita familiare”.

Nella Chiesa russa i seminari sono diffusi in modo capillare, ma molti sono ancora poco sviluppati, e le questioni familiari vengono lasciate all’esperienza personale dei sacerdoti. Spesso si insiste soltanto che i seminaristi risolvano presto la questione del matrimonio, che deve precedere l’ordinazione sacerdotale, con la conseguenza di unioni piuttosto fragili e improvvisate.

Secondo i canoni ecclesiastici ortodossi, se la moglie di un sacerdote chiede il divorzio, questi viene ridotto allo stato laicale. Il ruolo della moglie o “pretessa” (in russo popolare: la popadja), è spesso confinato al servizio di pulizia della chiesa e assistenza rituale, cantando nel coro o rispondendo da sola alle invocazioni sacerdotali, oltre ovviamente a sopportare quasi da sola i gravosi impegni di casa. Le famiglie dei sacerdoti sono per tradizione quelle più feconde, con numerosi figli e figlie, per lo più destinati a diventare a loro volta preti e mogli di preti. I vescovi, che vengono invece scelti tra i monaci, sono spesso poco attenti alle questioni familiari dei loro sacerdoti, lasciandoli in balia delle difficoltà segnalate dal patriarca Kirill.

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