Peshawar, arrestato il leader del movimento Pashtun critico del potere militare
Il 28enne Manzoor Pashteen è l’esponente di punta del Pashtun Tahafuz Movement. È accusato di sedizione per aver criticato le violenze nelle aree tribali, a forte infiltrazione islamista. Ricerche indipendenti sostengono che dal 2002 sono morte almeno 50mila persone tra civili, militanti ed esercito.
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità pakistane hanno arrestato il leader del movimento Pashtun con l’accusa di sedizione. Manzoor Pashteen, 28 anni, è l’esponente di punta del Pashtun Tahafuz Movement (Ptm), gruppo che difende i diritti dell’omonima minoranza etnica. Egli è stato fermato la sera del 27 gennaio a Peshawar, in via ufficiale per un discorso “offensivo” verso lo Stato pronunciato il 18 gennaio. In realtà, il gruppo che egli guida e varie Organizzazioni non governative ritengono che l’arresto sia una vendetta dei militari per le critiche che l’attivista rivolgeva contro lo strapotere dell’esercito e le sparizioni forzate dei membri della minoranza etnica.
L’arresto del giovane leader carismatico ha suscitato le proteste della società civile e di organizzazioni che condividono le richieste di maggiore democrazia e libertà di espressione in Pakistan. Secondo Brad Adam, direttore asiatico di Human Rights Watch (Hrw), “il governo del Pakistan deve trovare il modo di risolvere le discordie politiche con il dialogo, invece che attraverso l’intimidazione”. “Il pacifico dissenso – sottolinea – è l’essenza della democrazia e non deve essere trattato come sedizione”.
Il 25 gennaio scorso il governo federale aveva invitato Pashteen ad un incontro. Pervez Khattak, ministro della Difesa, ha dichiarato che l’obiettivo del colloquio era “portare il movimento nel discorso pubblico nazionale, mentre il Paese attraversa un difficile periodo della propria storia”. In seguito è scattato l’arresto secondo la legge sulla sedizione (sezione 124A del Codice penale), che proibisce qualsiasi parola, verbale o scritta, segno o rappresentazione visibile che può causare “odio o disprezzo, suscita o tenta di suscitare disaffezione” verso il governo.
Il Ptm rappresenta la minoranza tribale nella regione nota in passato come “Aree tribali amministrate in maniera federale” (Federally Administered Tribal Areas, Fata), poi annessa alla provincia di Khyber-Pakhtunkhwa. Negli ultimi anni l’area ha vissuto un’intensa infiltrazione dei militanti talebani dall’Afghanistan, la controffensiva militare del governo e gli attacchi dei droni statunitensi.
Il gruppo ha organizzato numerose proteste per denunciare le responsabilità del governo negli omicidi al di fuori dei tribunali, le sparizioni forzate e le vittime provocate dalle mine. Secondo gruppi di ricerca indipendenti, le violenze nella regione hanno costretto almeno cinque milioni di persone ad abbandonare le proprie case. Non esistono numeri ufficiali, ma per gli esperti il numero di civili, militanti e forze di sicurezza morti dal 2002 supera i 50mila. Gli attivisti lamentano inoltre che l'arresto di parenti e membri di rilievo della minoranza, come il padre una nota dissidente, servono a perpetuare il clima di intimidazione.