Pena capitale per gli attentatori di piazza Tiananmen
Urumqi (AsiaNews/Agenzie) - La Corte intermedia del Popolo della provincia settentrionale del Xinjiang ha condannato a morte questa mattina 3 persone, coinvolte nel mortale attentato avvenuto in piazza Tiananmen nell'ottobre del 2013. In totale gli accusati erano 8: di questi, uno è stato condannato all'ergastolo mentre gli altri 4 hanno ricevuto condanne fino a 20 anni di galera.
Il processo è iniziato il 13 giugno e si è chiuso dopo meno di 3 giorni di dibattito. La Cctv, televisione ufficiale di Stato che ha confermato le condanne, ha anche identificato gli accusati: due di loro hanno nomi che sembrano uiguri, il maggior gruppo etnico della provincia da tempo in una spirale di violenza.
Nell'attentato, avvenuto nel settore settentrionale della piazza Tiananmen, sono morte 2 persone e altre 40 sono rimaste ferite. La dinamica ha coinvolto un suv, guidato dai 3 attentatori principali (un uomo, sua moglie e sua suocera) anche loro morti sul colpo. Il governo ha da subito puntato il dito contro "estremisti islamici". Fra le vittime, un uomo di nazionalità cinese e una turista dalle Filippine.
L'attacco del 28 ottobre 2013 è stato il primo, nella storia moderna, a colpire Pechino. Secondo diversi analisti, esso ha portato a un nuovo livello di violenza il confronto già tesissimo fra il governo centrale e la provincia nordoccidentale del Xinjiang. Qui vive l'etnia uighura, turcofona e di religione islamica, che ha sempre cercato di ottenere l'indipendenza da Pechino. Il governo centrale, da parte sua, ha inviato nella zona centinaia di migliaia di cinesi di etnia han per cercare di renderli l'etnia dominante. Inoltre impone serie restrizioni alla libertà religiosa, alla pratica musulmana, all'insegnamento della lingua e della cultura locale.
21/05/2018 12:38