25/05/2015, 00.00
VIETNAM
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Pechino vieta la pesca nel Mar Cinese meridionale. Hanoi: arroganza illegittima

di Nguyen Hung
La proibizione riguarda zone marittime contestate e gran parte delle acque costiere di Vietnamite e Filippine. Centinaia di migliaia di persone che vivono di pesca perderebbero il lavoro. Hanoi: “La Cina non ha il diritto di vietare la pesca nelle nostre acque”.

Ho Chi Minh City (AsiaNews) – Il governo vietnamita rigetta in modo deciso il divieto di pesca nel Mar Cinese Meridionale deciso nei giorni scorsi da Pechino. La proibizione – che è iniziata il 16 maggio e che durerà fino al primo agosto – riguarda la porzione marittima dal 12esimo parallelo alle regioni cinesi del Guangdong e del Fujian, includendo così l’intero golfo del nord vietnamita e gli arcipelaghi Paracel e Spratly, isole contese da Vietnam, Taiwan, Filippine, Brunei e Malaysia.

Lê Hải Bình, portavoce del ministro degli Affari esteri vietnamita, ha dichiarato: “Noi ci opponiamo in modo risoluto a questa inutile decisione della Cina. Il Vietnam ha basi legali e storiche sufficienti per rivendicare le isole Paracel e le Spratley ”. “Il Vietnam – ha continuato – ha il diritto sovrano e la giurisdizione nazionale sulle acque, nostra esclusiva zona economica. Questo è in accordo con i provvedimenti della convenzione ONU sul Sea Law del 1982”.

Il divieto deciso da Pechino rischia di mettere in ginocchio la popolazione costiera vietnamita che vive anzitutto di pesca. Un pescatore dell’isola di Lý Sơn racconta ad un quotidiano locale: “Tutto questo sta provocando grandi perdite a tutti i pescatori del Vietnam (che sono centinaia di migliaia). A partire dal 1999, molte barche vietnamite sono state attaccate, gli strumenti di pesca e il pescato confiscati dalla sorveglianza marittima delle ‘navi paramilitari’ cinesi”. “Alcuni pescatori – continua l’uomo – sono stati imprigionati dell’isola di Hainan. Dopo questi incidenti e perdite, tutti i pescatori del Vietnam si sono indebitati con le banche”.

Alcuni storici di Ho Chi Minh City, interpellati da AsiaNews, sono concordi nel dire che “questa è una richiesta stravagante da parte della Cina. I cinesi stanno rivelando il disegno di monopolizzare tutte le acque del Mar Cinese meridionale. Vogliono trasformarlo in un ‘lago’ della Cina. Per questo a poco a poco hanno occupato isole, atolli e barriere coralline del Vietnam e delle Filippine”.

Il Mar Cinese meridionale – oltre a essere fonte ricchissima di gas naturali e petrolio – è una delle zone più pescose del pianeta e fornisce il 10% del prodotto mondiale. Gran parte della popolazione costiera di Cina, Vietnam, Filippine e Indonesia pratica pesca di sussistenza. A causa della sovrappesca e dell’inquinamento dei litorali, i pescatori sono costretti ad lavorare più lontano, in zone dove i confini marittimi sono contestati. Incidenti su piccola scala accadono di continuo tra pescherecci cinesi, vietnamiti e filippini.

La settimana scorsa, la marina indonesiana ha affondato 41 pescherecci stranieri (tra cui uno cinese) accusati di pesca illegale nelle proprie acque.

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