Pechino, arrestato senza accuse Ilham Tohti, accademico uighuro
Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Un gruppo di agenti della polizia cinese ha arrestato dopo un raid in casa Ilham Tohti, docente di economia all'università di Pechino di etnia uighura, e lo ha portato via senza rendere pubbliche le accuse contro di lui. Nel corso del raid, i funzionari hanno anche sequestrato computer, telefoni cellulari e persino alcune tesine scritte dagli studenti dell'economista. La moglie, Guzaili Nu'er, sostiene che la polizia non le abbia voluto dire nulla: "Questa volta è diversa dalle altre. Hanno mandato tantissimi agenti, circa 30, compresi alcuni dalla provincia del Xinjiang. Si tratta di una cosa seria".
Tohti, 45 anni, è stato fermato lo scorso 15 gennaio. L'accademico è famoso per i suoi interventi pubblici a favore della questione uighura. Questa etnia vive nella regione autonoma settentrionale dello Xinjiang, è di lingua turca e fede musulmana, e lamenta una forte repressione linguistica, culturale e religiosa da parte del governo centrale cinese. Nel corso degli anni sono stati numerosissimi gli scontri violenti fra le due parti: Pechino sostiene che nell'area vivano estremisti islamici e indipendentisti, mentre gli attivisti locali puntano il dito contro le tensioni etniche provocate dal controllo cinese e dalle politiche "razziste" messe in atto dal governo centrale.
Il portavoce del ministero cinese degli Esteri Hong Lei sostiene che l'accademico sia stato arrestato sulla base di "violazioni al codice penale": al momento sarebbe sospettato di aver compiuto crimini non meglio identificati e di aver "violato la legge". La casa di Tohti è sorvegliata a vista da due uomini in borghese, che bloccano chiunque cerchi di entrare. La moglie ricorda che il docente è stato già fermato più volte, ma è sempre tornato a casa per la notte: "Questa volta non so neanche dove sia".
Diversi attivisti per i diritti umani sostengono che alla base di questo arresto ci siano gli articoli scritti da Tohti per contestare le accuse mosse contro la minoranza uighura dopo l'attentato a piazza Tiananmen dell'ottobre 2013: "Anche in altre occasioni siamo stati indicati come gli autori di gravi fatti, salvo poi scoprire che non c'entravamo nulla". In un post pubblicato sul proprio account il giorno dell'arresto, il professore ha scritto: "Gli uighuri sono divenuti degli estranei nello sviluppo della propria madrepatria. È da qui che nasce la rabbia della gente: gli uighuri hanno bisogno di un posto dove poter esprimere le proprie ambizioni e proteggere i propri diritti".
19/09/2016 08:49
01/10/2019 10:25