22/05/2013, 00.00
CINA
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Pechino, 13 arresti per le proteste relative al caso della giovane migrante “suicida”

Le forze di sicurezza hanno arrestato un gruppo di persone, accusate di aver fomentato le manifestazioni di piazza e diffuso “voci” su internet. Fra questi vi è anche il fidanzato della 22enne Yuan Liya. Per molti commentatori la ragazza è stata gettata dai piani alti del centro commerciale, dopo uno stupro di gruppo.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità cinesi hanno arrestato 13 persone, accusate di aver diffuso su internet alcuni post e commenti che hanno poi fomentato una (rara) protesta a Pechino. All'origine della manifestazione, la vicenda di una giovane lavoratrice immigrata, morta nel centro commerciale in cui era occupata in circostanze rimaste misteriose. La vicenda sottolinea comunque la situazione di tensione che si respira tra i funzionari governativi e i lavoratori migranti, una miscela esplosiva che rischia di trasformarsi in un vero e proprio conflitto sociale per il Paese del Dragone.

Fra le persone arrestate vi sarebbe anche il fidanzato della 22enne Yuan Liya, il cui decesso - anomalo e misterioso - ha dato inizio a una protesta l'8 maggio scorso, durata diverse ore e alla quale hanno aderito centinaia di persone.

Per l'Ufficio della pubblica sicurezza della municipalità di Pechino la ragazza si sarebbe suicidata il 3 maggio scorso e non vi sarebbero particolari oggetto di indagine. Di contro, per i manifestanti è stata uccisa e ora chiedono giustizia.

Gli arresti seguono di qualche settimana l'annuncio dei responsabili della sicurezza in rete, i quali hanno promesso il pugno di ferro contro le "voci su internet"; per questo le autorità hanno chiuso o bloccato siti e pagine di attivisti o personalità di primo piano della dissidenza. Secondo la polizia, il ragazzo della giovane "suicida" avrebbe "sfruttato la rete per diffondere notizie [false] sulla morte misteriosa" e incoraggiato le persone - in maggioranza migranti originari della stessa provincia della ragazza - ad aderire alla manifestazione. Altri commentatori hanno rilanciato post in cui affermano che la ragazza è stata gettata dai piani alti dell'edificio, dopo aver subito uno stupro di gruppo.

Yuan Liya, migrante 22enne proveniente dall'Anhui, lavorava come commessa in un centro commerciale della capitale: il 3 maggio è stata ritrovata morta, ma i suoi colleghi negano che possa aver commesso suicidio. Gli agenti di polizia in un primo momento hanno negato tutto, dicendo che "non ci sono segni che possa essere una morte sospetta". Il municipio ha pubblicato un post su internet per dire che "non ci sono segni di avvelenamento, molestia sessuale o omicidio: si è gettata da sola", e ha aggiunto che "la famiglia è d'accordo con noi". Ma i colleghi di Yuan non hanno creduto a questa versione e hanno iniziato a manifestare in maniera pacifica per chiedere la verità.

Le manifestazioni pubbliche sono in continuo aumento nel Paese, dove si calcolano decine di migliaia di proteste sociali ogni anno. Gli stessi quadri del Partito comunista hanno più volte ammesso che l'instabilità sociale - che nasce dallo squilibrio economico e dalla corruzione della leadership - è una "seria minaccia alla sopravvivenza" dell'attuale sistema di potere.

 

 

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