05/06/2019, 10.22
VATICANO
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Papa: ‘un minuto’ per la pace in Terra Santa, sabato prossimo

Francesco all’udienza generale ha proposto l’iniziativa lanciata nel quinto anniversario dell’incontro, in Vaticano, "dei Presidenti di Israele e di Palestina con me e il patriarca Bartolomeo". Il viaggio in Romania ha sottolineato “il valore e l’esigenza di camminare insieme sia tra cristiani, sul piano della fede e della carità sia tra cittadini, sul piano dell’impegno civile”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Si chiama “un minuto per la pace” l’iniziativa lanciata oggi da papa Francesco per sabato prossimo, quinto anniversario dell’incontro, in Vaticano, dei Presidenti di Israele e di Palestina con lui e il patriarca Bartolomeo. “Alle ore 13 – ha detto il Papa al termine dell’udienza generale di oggi - siamo invitati a dedicare ‘un minuto per la pace’ - di preghiera, per i credenti; di riflessione, per chi non crede -: tutti insieme per un mondo più fraterno. Grazie all’Azione Cattolica internazionale che promuove questa iniziativa”.

In precedenza, nella catechesi per l’incontro di oggi, Francesco aveva sottolineato il  carattere chiaramente ecumenico del viaggio compiuto alla fine della settimana scorsa in Romania, dove “l’unione tra tutti i cristiani, pur incompleta, è basata sull’unico Battesimo ed è sigillata dal sangue e dalla sofferenza patita insieme nei tempi oscuri della persecuzione, in particolare nel secolo scorso sotto il regime ateistico”.

Alle 30mila persone presenti in piazza san Pietro, egli ha detto ancora che “in sintesi, come annunciava il motto del viaggio, ho esortato a ‘camminare insieme’. E la mia gioia è stata il poterlo fare non da lontano, o dall’alto, ma camminando io stesso in mezzo al popolo romeno, come pellegrino nella sua terra. I diversi incontri hanno evidenziato il valore e l’esigenza di camminare insieme sia tra cristiani, sul piano della fede e della carità, sia tra cittadini, sul piano dell’impegno civile”.

“Come cristiani, abbiamo la grazia di vivere una stagione di relazioni fraterne tra le diverse Chiese. In Romania la gran parte dei fedeli appartiene alla Chiesa Ortodossa, guidata attualmente dal Patriarca Daniel, al quale va il mio fraterno e riconoscente pensiero. La Comunità cattolica, sia ‘greca’ sia ‘latina’, è viva e attiva”.

“Con il Patriarca e il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Romena abbiamo avuto un incontro molto cordiale, nel quale ho ribadito la volontà della Chiesa Cattolica di camminare insieme nella memoria riconciliata e verso una più piena unità, che proprio il popolo romeno invocò profeticamente durante la visita di San Giovanni Paolo II. Questa importante dimensione ecumenica del viaggio è culminata nella solenne preghiera del Padre Nostro, all’interno della nuova, imponente cattedrale ortodossa di Bucarest. Questo è stato un momento di forte valore simbolico, perché il Padre Nostro è la preghiera cristiana per eccellenza, patrimonio comune di tutti battezzati. Nessuno può dire Padre mio o Padre vostro, no, è patrimonio comune. Abbiamo manifestato che l’unità non toglie le legittime diversità. Possa lo Spirito Santo condurci a vivere sempre più come figli di Dio e fratelli tra di noi”.

“Come Comunità cattolica abbiamo celebrato tre liturgie eucaristiche. La prima nella cattedrale di Bucarest, il 31 maggio, festa della Visitazione della Vergine Maria, icona della Chiesa in cammino nella fede e nella carità. La seconda nel santuario di Șumuleu Ciuc, meta di moltissimi pellegrini. Là, la Santa Madre di Dio raccoglie il popolo fedele nella varietà delle lingue, delle culture e delle tradizioni. E la terza celebrazione è stata la Divina Liturgia a Blaj, centro della Chiesa Greco-Cattolica in Romania, con la beatificazione di sette vescovi martiri greco-cattolici, testimoni della libertà e della misericordia che vengono dal Vangelo. Uno di questi nuovi beati, Mons. Iuliu Hossu, durante la prigionia scrisse: «Dio ci ha mandato in queste tenebre della sofferenza per dare il perdono e pregare per la conversione di tutti». Pensando alle tremende torture a cui erano sottoposti, queste parole sono una testimonianza di misericordia”.

“Particolarmente intenso e festoso è stato l’incontro con i giovani e le famiglie, tenutosi a Iaşi, antica città e importante centro culturale, crocevia tra occidente e oriente. Un luogo che invita ad aprire strade su cui camminare insieme, nella ricchezza delle diversità, in una libertà che non taglia le radici ma vi attinge in modo creativo. Anche questo incontro ha avuto carattere mariano e si è concluso con l’affidamento dei giovani e delle famiglie alla Santa Madre di Dio”.

“Ultima tappa del viaggio è stata la visita alla comunità Rom di Blaj. In quella città i Rom sono molto numerosi, e per questo ho voluto salutarli e rinnovare l’appello contro ogni discriminazione e per il rispetto delle persone di qualsiasi etnia, lingua e religione”.

Nei saluti nelle diverse lingue, infine, il Papa ha ricordato che domenica prossima sarà Pentecoste. “Apriamo le nostre menti e i nostri cuori all’azione dello Spirito Santo in noi – ha detto, ad esempio, ai polacchi - affinché ci santifichi e ci faccia testimoni di Cristo davanti al mondo, in cui viviamo. Cerchiamo di servire i fratelli, approfittando dei doni spirituali che abbiamo ricevuto. La luce e la potenza dello Spirito Paraclito vi accompagni sempre!”,

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