09/04/2021, 12.48
VATICANO
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Papa: una più efficace cooperazione sociale contro gli abusi sessuali

Messaggio di Francesco al simposio mondiale “Faith and Flourishing: Strategies for Preventing and Healing Child Sexual Abuse”, L’iniziativa contribuisca “a una maggiore consapevolezza della gravità e della portata degli abusi sessuali sui minori".

Città del Vaticano (AsiaNews) – Un momento significativo nel cammino della lotta contro gli abusi, anche se “c'è ancora molto lavoro da fare”. E’ in tale prospettiva che si sta svolgendo - dall’8 al 10 aprile - il simposio mondiale online sul tema: “Faith and Flourishing: Strategies for Preventing and Healing Child Sexual Abuse”, promosso dalla Pontificia commissione per la tutela dei minori, dalla Harvard Divinity School e dalla Catholic University of America, in collaborazione con organizzazioni internazionali come l’Unicef e l’Organizzazione mondiale della sanità.

In un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, papa Francesco auspica che l’iniziativa possa contribuire “a una maggiore consapevolezza della gravità e della portata degli abusi sessuali sui minori” nella prospettiva di promuovere “una più efficace cooperazione a ogni livello della società per sradicare questo profondo male”. Nello stesso tempo esprime la propria gratitudine “per i continui sforzi che vengono fatti per assicurare il benessere di tutti i figli di Dio e per restituire dignità e speranza ai sopravvissuti agli abusi”.

Nell’aprire i lavori, il cardinale Seán O'Malley, presidente della Pontificia commissione ha ringraziato le vittime di abusi che continuano a farsi avanti. “È grazie al vostro coraggio - ha detto - che la protezione dei bambini, dei giovani e degli adulti vulnerabili e i programmi di assistenza alle vittime stanno diventando componenti centrali in tutti gli aspetti della nostra vita. Ma come il programma di questo simposio chiarisce, c'è ancora molto lavoro da fare”.

Intervenendo ai lavori, il reverendo Denis Mutwege, Premio Nobel per la Pace nel 2018, ha parlato della sua esperienza di medico in un ospedale di Bukavu, nella Repubblica democratica del Congo, di fronte a molte vittime di stupro usato come arma di guerra, sottolineando l'importanza dell'impegno dei leader di tutte le religioni nel porre fine allo stupro come arma di guerra e nel lottare contro l'abuso sessuale dei bambini, in particolare. "Piuttosto che essere ostracizzati – ha detto in proposito - questi sopravvissuti dovrebbero sentirsi sostenuti e rispettati. Invece di sentirsi impotenti, dovrebbero avere il potere di cambiare le cose. Invece di essere messi a tacere, dovrebbero avere l'opportunità di rompere il silenzio e parlare".

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