Papa: si cerchi “ogni possibile forma di mediazione” per il Medio Oriente e il Nordafrica
Sia data assistenza a coloro che fuggono. Aiutare a mantenere nella regione la presenza dei cristiani, che possano vivere come concittadini e non come stranieri, riconoscendo la loro uguale dignità e reale libertà.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Si esplori “ogni possibile forma di mediazione” per fermare la violenza nell’Africa del nord e in Medio Oriente, in modo che torni la pace “nel rispetto dei diritti sia delle persone che delle comunità”. E’ la “preghiera” elevata oggi da Benedetto XVI che. ricevendo i partecipanti all’assemblea della Riunione delle opere in aiuto alle Chiese Orientali (ROACO).è così tornato a chiedere che si fermino i conflitti e si cerchi la via del dialogo.
“Prego - le sue parole - perché sia resa disponibile ogni forma di necessaria assistenza di emergenza, ma soprattutto prego che sia esplorata ogni forma possibile di mediazione così che possa cessare la violenza e siano ovunque restaurate l’armonia sociale e la coesistenza pacifica, nel rispetto per i diritti sia delle persone che delle comunità”.
La preghiera del Papa giunge a poco pi di un mese dall’esortazione rivolta all’ambasciatore siriano, quando disse che in Medio Oriente serve “una soluzione globale” che “non deve ledere gli interessi di nessuna delle parti in causa ed essere il frutto di un compromesso e non di scelte unilaterali imposte con la forza” che “non risolve nulla”.
Oggi, riferendosi ai “cambiamenti che stanno avvenendo nei Paesi dell’Africa del nord e del Medio Oriente, che sono fonte di preoccupazione in tutto il mondo”, il Papa ha detto di essere informato dal patriara copto-cattolico (di Egitto), dal patriarca maronita (libanese) dal rapporesentante pontificio a Gerusalemme e dalla Custodia francescana di Terra Santa, dalle congregazioni e dalle agenzie che “sono in grado di verificare la situazione sul terreno per quanto riguarda le Chiese e i popoli di quella regione, che è così importante per la pace e la stabilità del mondo. Il Papa vuole esprimere la sua vicinanza, anche attraverso voi, a coloro che stanno soffrendo e a coloro che stanno tentando disperatamente di fuggire, incrementando in tal modo il flusso della migrazione che rimane sempre senza speranza”.
Alla ROACO, infine, egli ha raccomandato “la carità ecclesiale”, per la Terra Santa e tutto il Medio Oriente “per sostenervi la presenza cristiana. Vi chiedo di fare tutto ciò che vi è possibile - anche interessando le autorità pubbliche con le quali siete in contatto a livello internazionale – perché in Oriente dove sono nati i pastori e i fedeli di Cristo possano vivere non come ‘stranieri’, ma come ‘concittadini’ che testimoniano Gesù Cristo, come hanno fatto prima di loro i santi del passato, anch’essi figli delle Chiese orientali. L’Oriente è giustamente la loro patria terrena. E’ là che essi sono tenuti a promuovere, senza distinzioni, il bene di tutti, attraverso la loro fede. A tutti coloro che professano tale fede debbono esssere riconosciute una uguale dignità e una reale libertà, in modo da consentire una collaborazione ecumenica e interreligiosa iù fruttuose”.
“Prego - le sue parole - perché sia resa disponibile ogni forma di necessaria assistenza di emergenza, ma soprattutto prego che sia esplorata ogni forma possibile di mediazione così che possa cessare la violenza e siano ovunque restaurate l’armonia sociale e la coesistenza pacifica, nel rispetto per i diritti sia delle persone che delle comunità”.
La preghiera del Papa giunge a poco pi di un mese dall’esortazione rivolta all’ambasciatore siriano, quando disse che in Medio Oriente serve “una soluzione globale” che “non deve ledere gli interessi di nessuna delle parti in causa ed essere il frutto di un compromesso e non di scelte unilaterali imposte con la forza” che “non risolve nulla”.
Oggi, riferendosi ai “cambiamenti che stanno avvenendo nei Paesi dell’Africa del nord e del Medio Oriente, che sono fonte di preoccupazione in tutto il mondo”, il Papa ha detto di essere informato dal patriara copto-cattolico (di Egitto), dal patriarca maronita (libanese) dal rapporesentante pontificio a Gerusalemme e dalla Custodia francescana di Terra Santa, dalle congregazioni e dalle agenzie che “sono in grado di verificare la situazione sul terreno per quanto riguarda le Chiese e i popoli di quella regione, che è così importante per la pace e la stabilità del mondo. Il Papa vuole esprimere la sua vicinanza, anche attraverso voi, a coloro che stanno soffrendo e a coloro che stanno tentando disperatamente di fuggire, incrementando in tal modo il flusso della migrazione che rimane sempre senza speranza”.
Alla ROACO, infine, egli ha raccomandato “la carità ecclesiale”, per la Terra Santa e tutto il Medio Oriente “per sostenervi la presenza cristiana. Vi chiedo di fare tutto ciò che vi è possibile - anche interessando le autorità pubbliche con le quali siete in contatto a livello internazionale – perché in Oriente dove sono nati i pastori e i fedeli di Cristo possano vivere non come ‘stranieri’, ma come ‘concittadini’ che testimoniano Gesù Cristo, come hanno fatto prima di loro i santi del passato, anch’essi figli delle Chiese orientali. L’Oriente è giustamente la loro patria terrena. E’ là che essi sono tenuti a promuovere, senza distinzioni, il bene di tutti, attraverso la loro fede. A tutti coloro che professano tale fede debbono esssere riconosciute una uguale dignità e una reale libertà, in modo da consentire una collaborazione ecumenica e interreligiosa iù fruttuose”.
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