15/09/2024, 14.03
VATICANO
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Papa: prego per Vietnam e Myanmar devastati dalle alluvioni, cessi la violenza a Gaza

All’Angelus la vicinanza del pontefice alle popolazioni colpite dal tifone Yagi e alle famiglie degli ostaggi israeliani trovati uccisi a Gaza qualche giorno fa. Il ricordo dell'incontro con la madre di uno di loro. “Continuino i negoziati e si trovino soluzioni di pace”. A tutti l'invito a tornare a chiedersi: "Chi è per te Gesù?".

Città del Vaticano (AsiaNews) - Le popolazioni dell’Asia colpite da lutti e devastazioni a causa del tifone Yagi. Ma il “pianto delle mamme” per i loro figli uccisi dalla guerra e dalla violenza. A partire da quelle degli ostaggi israeliani trovati all’inizio di questo mese in un tunnel di Gaza, a undici msi dal loro sequestro da parte dei miliziani di Hamas.

È tornato ad abbracciare le ferite del mondo intero lo sguardo di Francesco dalla finestra di piazza San Pietro, nel consueto appuntamento domenicale con la preghiera dell’Angelus. Appena tornato dal suo viaggio apostolico che per quasi due settimane lo ha portato in Asia e Oceania, il pontefice – al termine della preghiera mariana – ha voluto richiamare l’attenzione sulle sofferenze che proprio in Oriente stanno vivendo migliaia di persone in questi giorni a causa della catasfrofe naturale che ha colpito diversi Paesi provocando centinaia di morti.

“Esprimo la mia vicinanza alle popolazioni del Vietnam e del Myanmar che soffrono a causa delle inondazioni provocate da un violento tifone - ha detto Francesco -. Prego per i defunti, per i feriti, per gli sfollati. Dio sostenga quanti hanno perso i loro cari e la loro casa. E benedica quanti stanno portando aiuto”.

Ma il papa - come ogni settimana - ha invitato anche a non dimnticare le guerre che continuano a insanguinare il mondo: l’Ucraina, il Myanmar, il Medio oriente. “Quante vittime innocenti - ha commentato -. Penso alle mamme che hanno perso figli in guerra, quante giovani vite stroncate”. Francesco ne ha citato espressamente una: quella di Hersh Goldman-Polin, giovane israelo-americano rapito il 7 ottobre dai miliziani palestinesi insieme a decine di altre persone e trovato morto all’inizio di settembre insieme ad altri cinque ostaggi a Gaza. “Nel novembre dell’anno scorso - ha ricordato - avevo incontrato la madre Rachel che mi aveva colpito per la sua umanità. L’accompagno in questo momento. Prego per le vittime - ha aggiunto - e continuo ad essere vicino a tutte le famiglie degli ostaggi. Cessi il conflitto in Palestina e Israele. Cessino le violenze, cessino gli odi, si rilascino gli ostaggi, continuino i negoziati e si trovino soluzioni di pace”.

Prima dell’Angelus - commentando il brano di Vangelo proposto oggi dalla liturgia – Francesco aveva invitato a tornare a porsi la domanda: “chi è per te Gesù?”. “Magari rispondiamo bene – ha commentato - con qualche formula che abbiamo appreso al catechismo. Ma siamo sicuri che questo significa conoscere davvero Gesù? In realtà, per conoscere il Signore non basta sapere qualcosa di Lui, ma occorre mettersi alla sua sequela, lasciarsi toccare e cambiare dal suo Vangelo”.

“Purtroppo – ha osservato ancora - tanti non si pongono più questa domanda e restano ‘tranquilli’, addormentati, anche lontano da Dio. È importante invece chiederci: io mi lascio scomodare, mi domando chi è Gesù per me e che posto occupa nella mia vita?”.

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