Papa: insuccessi e difficoltà non scoraggino nell'annunciare il Vangelo
Città del Vaticano (AsiaNews) - "Gli insuccessi e le difficoltà non inducano allo scoraggiamento" nell'annunciare il Vangelo con "coraggio", "fiducia" e "slancio": "a noi spetta gettare le reti con fede, il Signore fa il resto". Benedetto XVI commenta così, prima dell'Angelus, l'episodio del Vangelo di oggi che racconta la "pesca miracolosa" di Simone che "fondandosi sulla parola" di Gesù getta le reti nel lago di Gennèsaret.
Alle 20mila persone presenti in piazza san Pietro per la recita della preghiera marina, il Papa ricorda anche due "scadenze": il capodanno cinese e la Giornata del malato. "Oggi - dice - vari popoli dell'Estremo Oriente festeggiano il capodanno lunare. Pace, armonia e ringraziamento al Cielo sono i valori universali che si celebrano in questa lieta circostanza e sono desiderati da tutti per costruire la propria famiglia, la società e la nazione. Auguro che si possano compiere per quei Popoli le aspirazioni di una vita felice e prospera. Invio un saluto speciale ai cattolici di quei Paesi, affinché in quest'Anno della fede si lascino guidare dalla saggezza di Cristo".
"Domani, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes - aggiunge - ricorrerà la Giornata mondiale del malato. La celebrazione solenne avrà luogo nel santuario mariano di Altötting, in Baviera. Con la preghiera e con l'affetto sono vicino a tutti i malati e mi unisco spiritualmente a quanti si raduneranno in quel Santuario, a me particolarmente caro".
In precedenza, commentando l'episodio evangelico della "pesca miracolosa", il Papa aveva evidenziato come in esso c'è "la pedagogia della chiamata di Dio, che non guarda tanto alle qualità degli eletti, ma alla loro fede, come quella di Simone che dice: «Sulla tua parola getterò le reti». L'immagine della pesca rimanda alla missione della Chiesa".
"L'esperienza di Pietro, certamente singolare, è anche rappresentativa della chiamata di ogni apostolo del Vangelo, che non deve mai scoraggiarsi nell'annunciare Cristo a tutti gli uomini, fino ai confini del mondo. Tuttavia, il testo odierno fa riflettere sulla vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata. Essa è opera di Dio. L'uomo non è autore della propria vocazione, ma è risposta alla proposta divina; e la debolezza umana non deve far paura se Dio chiama. Bisogna avere fiducia nella sua forza che agisce proprio nella nostra povertà; bisogna confidare sempre più nella potenza della sua misericordia, che trasforma e rinnova".