10/11/2016, 11.11
VATICANO
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Papa: il Regno di Dio “non è una religione dello spettacolo”, “la nostra salvezza si dà nella speranza”

 

Non si debbono cercare “cose nuove, rivelazioni, messaggi… Dio ha parlato in Gesù Cristo: questa è l’ultima Parola di Dio”. E mentre aspettiamo che venga la pienezza del regno di Dio dobbiamo “custodire” la speranza. “Il regno di Dio diviene forte nella speranza. Domandiamo a noi stessi: ‘Io ho speranza? O vado avanti, vado avanti come posso e non so discernere il buono dal male, il grano dalla zizzania”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Il Regno di Dio non è una religione dello spettacolo” e non si debbono cercare “cose nuove, rivelazioni, messaggi”. “La nostra salvezza si dà nella speranza”, che va “custodita” nell’attesa della pienezza del Regno. L’ha detto papa Francesco nell’omelia della messa celebrata stamattina a Casa santa Marta, prendendo spunto dal brano del Vangelo nel quale Gesù risponde ai farisei che gli chiedono con curiosità quando “verrà il regno di Dio”. “E’ già venuto – dice il Signore – è in mezzo a voi!”.

Il Regno di dio è come un piccolo seme che viene seminato e cresce da solo, con il tempo. “Non è una religione dello spettacolo: che sempre stiamo cercando cose nuove, rivelazioni, messaggi … Dio ha parlato in Gesù Cristo: questa è l’ultima Parola di Dio. L’altro, sono come i fuochi d’artificio, che ti illuminano per un momento e poi cosa rimane? Niente. Non c’è crescita, non c’è luce, non c’è niente: un istante. E tante volte siamo stati tentati da questa religione dello spettacolo, di cercare cose estranee alla rivelazione, alla mitezza del Regno di Dio che è in mezzo a noi e cresce. E questo non è speranza: è la voglia di avere qualcosa in mano. La nostra salvezza si dà nella speranza, la speranza che ha l’uomo che semina il grano o la donna che prepara il pane, mescolando lievito e farina: la speranza che cresca. Invece, questa luminosità artificiale è tutta in un momento e poi se ne va, come i fuochi d’artificio: non servono per illuminare una casa. E’ uno spettacolo”.

E mentre aspettiamo che venga la pienezza del regno di Dio dobbiamo “custodire”. “Custodire con pazienza. La pazienza nel nostro lavoro, nelle nostre sofferenze … Custodire come custodisce l’uomo che ha piantato il seme e custodisce la pianta e cerca che non ci sia cattiva erba vicino a lei, perché la pianta cresca. Custodire la speranza. E qui è la domanda che io faccio a voi, oggi: se il Regno di Dio è in mezzo a noi, se tutti noi abbiamo questo seme dentro, abbiamo lo Spirito Santo lì, come lo custodisco? Come discerno, come so discernere la pianta buona del grano dalla zizzania? Il Regno di Dio cresce e noi cosa dobbiamo fare? Custodire. Crescere nella speranza, custodire la speranza. Perché nella speranza siamo stati salvati. E questo è il filo: la speranza è il filo della storia della salvezza. La speranza di incontrare il Signore definitivamente”.

“Il regno di Dio – ha ribadito Francesco – diviene forte nella speranza. Domandiamo a noi stessi: ‘Io ho speranza? O vado avanti, vado avanti come posso e non so discernere il buono dal male, il grano dalla zizzania, la luce, la mite luce dello Spirito Santo dalla luminosità di questa cosa artificiale? Interroghiamoci sulla nostra speranza in questo seme che sta crescendo in noi, e su come custodiamo la nostra speranza. Il Regno di Dio è in mezzo a noi, ma noi dobbiamo con il riposo, con il lavoro, con il discernimento, custodire la speranza di questo Regno di Dio che cresce, fino al momento in cui verrà il Signore e tutto sarà trasformato. In un attimino: tutto! Il mondo, noi, tutto. E, come dice Paolo ai cristiani di Tessalonica, in quel momento rimarremo tutti con Lui”.

 

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