Papa: La mia preghiera per la popolazione di Tianjin. Il nostro pellegrinaggio nel segno di Maria
Città del Vaticano (AsiaNews) – “Il mio pensiero va, in questo momento, alla popolazione della città di Tianjin, nella Cina settentrionale, dove alcune esplosioni nell’area industriale hanno causato numerosi morti e feriti e ingenti danni”. E’ quanto ha espresso papa Francesco oggi dopo la preghiera dell’Angelus recitata con i pellegrini radunati in piazza san Pietro.
Due giorni fa due enormi esplosioni in un magazzino di sostanze chimiche hanno fatto più di 50 morti e 700 feriti, distruggendo un’intera zona della città. Il timore della autorità e della popolazione è che vi siano esalazioni letali dato che nei magazzini esplosi erano conservati 700 tonnellate di sali di cianuro, altamente velenosi.
“Assicuro – ha aggiunto il papa - la mia preghiera per coloro che hanno perso la vita e per tutte le persone provate da questa sciagura; il Signore dia sollievo ad esse e sostegno a quanti sono impegnati per alleviare le loro sofferenze”.
In precedenza il pontefice si è soffermato sul senso della festa di oggi, solennità dell’Assunzione di Maria al cielo. Citando il Vangelo della messa (Luca 1, 359-56), Francesco ha detto: “Il Vangelo ci mostra… qual è il motivo più vero della grandezza di Maria e della sua beatitudine: è la fede… La fede è il cuore di tutta la storia di Maria; lei sa – e lo dice – che nella storia pesa la violenza dei prepotenti, l’orgoglio dei ricchi, la tracotanza dei superbi. Tuttavia, Maria crede e proclama che Dio non lascia soli i suoi figli, umili e poveri, ma li soccorre con misericordia, con premura, rovesciando i potenti dai loro troni, disperdendo gli orgogliosi nelle trame del loro cuore. Questa è la fede della nostra Madre, è la fede di Maria”.
“Se la misericordia del Signore è il motore della storia, allora non poteva «conoscere la corruzione del sepolcro colei che ha generato il Signore della vita»” (Prefazio della solennità).
“Tutto questo – ha aggiunto - non riguarda solo Maria. Le ‘grandi cose’ fatte in lei dall’Onnipotente ci toccano profondamente, ci parlano del nostro viaggio nella vita, ci ricordano la meta che ci attende: la casa del Padre. La nostra vita, vista alla luce di Maria assunta in Cielo, non è un vagabondare senza senso, ma è un pellegrinaggio che, pur con tutte le sue incertezze e sofferenze, ha una meta sicura: la casa del nostro Padre, che ci aspetta con amore. E’ bello pensare questo, che lassù abbiamo un Padre che ci aspetta con amore”.
“Intanto – ha concluso - mentre trascorre la vita, Dio fa risplendere «per il suo popolo, pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza» (ibid.). Quel segno ha un volto e un nome: il volto luminoso della Madre del Signore, il nome benedetto di Maria, la piena di grazia, beata perché ha creduto nella parola del Signore. La grande credente. Come membri della Chiesa, siamo destinati a condividere la gloria della nostra Madre, perché, grazie a Dio, anche noi crediamo nel sacrificio di Cristo sulla croce e, mediante il Battesimo, siamo inseriti in tale mistero di salvezza. Oggi tutti insieme la preghiamo, perché, mentre si snoda il nostro cammino su questa terra, lei rivolga a noi i suoi occhi misericordiosi, ci rischiari la strada, ci indichi la meta, e ci mostri dopo questo esilio Gesù, il frutto benedetto del suo seno. E diciamo insieme: O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria!”.
Al momento dei saluti ai pellegrini e ai romani, papa Francesco ha invitato tutti ad andare in visita alla basilica di santa Maria Maggiore, all'icona della "Salus populi romani", alla quale lui è devoto in modo speciale: di solito, prima e dopo ogni viaggio apostolico egli si reca a pregare davanti all'immagine della madonna conservata nella basilica.
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