28/06/2024, 10.55
VATICANO
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Papa ai verbiti: siate speranza profetica per ogni cultura

Ricevuti in Vaticano i partecipanti al XIX Capitolo generale della grande congregazione presente in 79 Paesi e formata oggi per più della metà da missionari di origini asiatiche. E a una delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli il pontefice conferma il suo desiderio di recarsi l'anno prossimo a NIcea insieme a Bartolomeo per commemorare insieme i 1700 anni del Credo.

Città del Vaticano (AsiaNews) - “L’evangelizzazione richiede la familiarità con la Parola di Dio”. Lo ha ricordato oggi papa Francesco ricevendo in udienza in Vaticano la congregazione dei verbiti, missionari presenti anche in tanti Paesi dell’Asia, che sono riuniti a Roma per il loro XIX capitolo generale scandito dalla frase evangelica “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini” (Mt 5,16).

Secondo i dati presenti sul sito della congregazione aggiornati al 1 gennaio 2024 sono 5754 i verbiti oggi nel mondo, tra cui 255 novizi. Di questi 2974 (cioè il 51,7%) svolgono il loro ministero nella regione dell’Asia-Pacifico in 22 diversi Paesi. Tra i 76 Paesi di provenienza dei missionari verbiti i primi tre sono asiatici: l’Indonesia con 1687 confratelli, l’India con 974 e le Filippine con 457. Il Vietnam è al quinto posto (subito dopo la Polonia) con 386 missionari verbiti originari del Paese.

“Grazie per ciò che siete e per ciò che fate”, ha detto Francesco ai verbiti invitandoli a rinascere ogni giorno “come discepoli fedeli e missionari creativi”. “Voi operate in 79 Paesi – ha commentato - siete lì per annunciare il Vangelo e rendere presente nel mondo il Regno di Dio. Ma questo si fa nella condivisione della gioia più che con l’imposizione di obblighi. Le attività missionarie creative nascono dall’amore per la Parola di Dio; la creatività nasce dalla contemplazione e dal discernimento. E anche se è buona l’azione creativa personale, quella comunitaria è migliore per l’unità e la forza della Chiesa”.

Ai missionari il pontefice ha indicato tre “urgenze attuali” per chi annuncia il Vangelo. La prima: essere costruttori di pace. “Il mondo è ferito da conflitti, guerre, distruzione dell’ambiente, violenze contro la vita e la dignità umana, ideologie fondamentaliste e altre piaghe - ha ricordato -. Portiamo a tutti la pace di Cristo, specialmente ai poveri, ai migranti, alle donne discriminate, ai bambini, agli esclusi. Dio ha ascoltato il grido del popolo schiavo; non chiudiamo le orecchie al grido degli schiavi di oggi, e siamo creativi nel costruire la pace”.

In secondo luogo essere speranza profetica per ogni cultura. “Voi siete esperti di interculturalità – ha osservato il papa -. Nel corso degli anni avete imparato a vivere la missione rispettando ogni cultura e ogni popolo. Ma ci vuole discernimento. Oggi, attraverso internet e i social media, si rischia di accettare tutto indiscriminatamente, influenzando lo stile di vita e i valori delle persone. Invece san Giovanni Paolo II disse che lo scopo dell’inculturazione è suscitare una nuova cultura dell’amore e della speranza ispirata dalla verità che ci rende liberi in Cristo Gesù ».

E poi promuovere la sinodalità in ogni aspetto della vostra vita. “Lasciate che ogni comunità cresca – ha esortato - e goda di uno stile sinodale in cui tutti si sentano ascoltati e accolti. Infine, fate ciò che lo Spirito dice, ma è importante il processo in cui lo Spirito si muove in modo delicato, tra i popoli semplici e nei luoghi più lontani”.

Papa Francesco ha infine ricordato che l’anno prossimo ricorreranno i 150 anni dalla nascita di questa congregazione religiosa, fondata nel 1875 in Olanda dal sacerdote tedesco Arnoldo Janssen, proclamato santo da Giovanni Paolo II nel 2003. “Nei vostri cuori – ha commentato il pontefice - vibra la gratitudine a Dio per il suo immenso amore, che vi ha spinto ad andare in ogni parte del mondo a predicare la Parola e a diffondere l’amore di Dio, a formare comunità, a servire i poveri, a cercare la giustizia per la gente, l’educazione e l’emancipazione, a curare l’ambiente. Con questo animo grato riflettete su come condividere oggi la gioia della risurrezione di Gesù in modo creativo”.

All'orizzonte del 2025 il pontefice ha guardato anche in un'altra importanbte udienza di oggi in Vaticano: ricevendo la delegazione del patriarcato ecumenico di Costantinopoli giunta come ogni anno a Roma per la festa dei Santi Pietro e Paolo, Francesco ha ribadito il desiderio di recarsi l'anno prossimo a Nicea in Turchia per le celebrazioni dei 1700 anni del Concilio che qui formulò il Credo che riassume le principali verità della fede cristiana. "Mi rallegro - ha detto Francesco alla delegazione ortodossa - che il Patriarcato ecumenico e il dicastero per la Promozione dell’unità dei cristiani abbiano cominciato a riflettere su come commemorare insieme questo anniversario; e ringrazio sua santità Bartolomeo per avermi invitato a celebrarlo nei pressi del luogo dove il Concilio si riunì. È un viaggio che desidero fare, di cuore".

 

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