24/08/2015, 00.00
SIRIA
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Palmira, lo Stato islamico devasta lo storico tempio di Baal Shamin

È uno dei più importanti edifici che formano lo storico complesso siriano. Incertezze sui tempi: secondo fonti ufficiali è avvenuta ieri; attivisti affermano che risale a un mese fa. I jihadisti hanno piazzato una “enorme” carica di esplosivo, causando “gravi danni” alla struttura. La scorsa settimana era stato assassinato il direttore delle antichità.

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Le milizie dello Stato islamico (SI) hanno distrutto l’antico tempio di Baal Shamin, uno dei più importanti edifici che formano il complesso storico di Palmira, in Siria. Le devastazioni giungono a pochi giorni di distanza dalla decapitazione nella pubblica piazza di Khaled al Assad, l’81enne direttore del sito archeologico di epoca romana e fra i massimi esperti del Paese in antichità. Il santuario di Baal Shamin (Il signore del Cielo) è del II° secolo dopo Cristo ed è dedicato ad una divinità equiparabile a Mercurio.

La conferma della nuova devastazione contro il patrimonio compiuta dai jihadisti arriva da fonti ufficiali del governo di Damasco e dall’ong Osservatorio siriano per i diritti umani, con base a Londra, ma che può contare su una fitta rete di informatori sul territorio. Vi sarebbero però delle versioni contrastanti sul momento in cui è avvenuta la distruzione: per il responsabile delle antichità in Siria la distruzione è avvenuta ieri, mentre per l’Osservatorio i fatti risalgono ad un mese fa.

Lo SI ha preso il controllo di Palmira nel maggio scorso, facendo temere sin dall’inizio la possibile distruzione del complesso archeologico patrimonio dell’umanità Unesco, come avvenuto in precedenza in Iraq.

Maamoun Abdulkarim, responsabile del patrimonio archeologico in Siria, riferisce che i jihadisti “hanno piazzato un enorme quantitativo di esplosivo” e poi hanno dato fuoco, causando “gravi danni” alla struttura. La “cella” (area interna al tempio, ndr) è “andata distrutta” e le colonne attorno “sono collassate”.

Anche i residenti della zona, che hanno abbandonato l’area per sfuggire ai miliziani, confermano la distruzione, ma aggiungono che essa sarebbe avvenuta almeno un mese fa. Palmira è famosa per le sue rovine greche e romane e fin da subito ha rappresentato un obiettivo strategico per lo SI, che fa del traffico di beni e antichità una delle principali fonti di guadagno.

Il mese scorso i miliziani hanno diffuso delle foto in cui si assisteva alla distruzione di manufatti prelevati dal complesso di Palmira. E una settimana fa lo SI ha decapitato con un’esecuzione pubblica il direttore del sito Khaled al Assad, che si sarebbe rifiutato di rivelare il luogo in cui sono stati nascosti alcuni reperti di enorme importanza e valore.

La follia devastatrice dei miliziani jihadisti ha preso di mira in precedenza anche l’antica biblioteca di Mosul, con il rogo di migliaia di libri, moschee sciite e santuari cristiani dalla tradizione centenaria e il tempio di Nimrud, sempre in Iraq. Devastazioni del patrimonio archeologico, storico e culturale della regione che, secondo il direttore generale Unesco Irina Bokova, sono “le più brutali e sistematiche” mai registrate dalla fine della Seconda guerra mondiale.

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