16/12/2016, 10.11
BANGLADESH
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P. Michele: Lettera di Natale dal Bangladesh

di Michele Brambilla

Lo scorso anno p. Michele Brambilla è stato nominato superiore regionale. Ha lasciato la parrocchia di Kodbir, dove è stato il primo parroco, per trasferirsi a Dinajpur. Un anno difficile, segnato dagli attentati terroristici, dalla nostalgia e dall’entusiasmo per il nuovo incarico.

Dinajpur (AsiaNews) – Il 2016 “è stato un anno intenso, dove il male sembra aver dominato in tutto il mondo”. Lo dice ad AsiaNews p. Michele Brambilla, superiore regionale del Pime (Pontificio istituto missioni estere) in Bangladesh. Egli ripercorre l’anno appena trascorso, segnato da episodi di violenza di matrice islamica, ma anche dall’emozione per il nuovo incarico. Nominato superiore nel novembre 2015, ha lasciato la parrocchia di Kodbir dove era stato il primo parroco. Ora, diviso tra il sentimento di nostalgia e la consapevolezza che è “arrivato il momento di lasciare ad altri la responsabilità della parrocchia”, chiede di pregare per il Bangladesh, affinchè quello del 2016 sia un Natale di pace. Di seguito la sua lettera.

Carissimi amici,

tanti saluti dal Bangladesh.

Da alcuni giorni sembra di essere in Italia. Il freddo si fa sentire e il sole compare solo due-tre ore al giorno. La gente cerca di sfruttare queste poche ore per far seccare il riso appena tagliato per poterlo vendere al mercato.

Vi scrivo dall’ospedale San Vincenzo di Dinajpur che appartiene alla diocesi in cui lavoro. Da quando il vescovo mi ha chiesto di esserne il direttore passo molto del mio tempo in questa struttura cercando di condurla bene. È un luogo bello, pulito, dove il personale cerca di assistere i malati prestando loro le cure necessarie. Si vorrebbe fare sempre di più per aiutare i malati ma le risorse economiche ed in particolare le cure che possiamo dare non coprono tutti i casi che si presentano. Il reparto con più lavoro è quello della maternità che non ha orari e dove la presenza del nostro personale è più numerosa.

La parrocchia la sto lasciando piano piano. Dal prossimo gennaio uno dei due padri del Pime presenti in parrocchia sarà nominato parroco al mio posto. Continuerò a recarmi a Kodbir per un anno per seguire la cooperativa di credito e i lavori per la cucina e il refettorio del centro di formazione. Anche se a malincuore, ritengo che sia arrivato il momento di lasciare ad altri la responsabilità della parrocchia. Entrambi i futuri candidati sono molto bravi e stanno lavorando bene insieme. Non ritengo che la nomina di uno dei due a parroco possa rovinare l’armonia che si è creata tra di loro. A voi chiedo di continuare a sostenere questa giovane parrocchia con il vostro aiuto e le vostre preghiere.

Durante quest’anno ho lasciato del tutto il lavoro pastorale per dedicarmi a quello di direttore dell’ospedale e di superiore della comunità Pime in Bangladesh. Devo dire che mi è mancato molto il lavoro tra la gente e quando posso cerco di recarmi in parrocchia per svolgere un po’ di ministero sacerdotale. Durante questo periodo di Avvento mi sto recando nella parrocchia di san Giuseppe a Mohespur dove un giovane prete del Pime ha assuto l’incarico di parroco. Cerco di aiutarlo secondo le mie possibilità e con lui e questa comunità prepararmi a celebrare bene il santo Natale.

È stato un anno intenso dove il male sembra aver dominato in tutto il mondo. Anche il Bangladesh è stato colpito duramente e la tragedia dello scorso primo luglio, dove diversi stranieri fra cui tanti italiani hanno perso la vita, è stato il segno più evidente di questo male. Da allora la situazione sembra migliorare. Siamo sempre scortati dalla polizia durante i nostri spostamenti, ma non si hanno altre notizie di attentati singoli o collettivi. Ci auguriamo che presto possa tornare la pace, che è l’augurio che faccio a ciscuno di voi per questo santo Natale. Che sia un Natale di pace.

A voi tutti un grande...e grosso abbraccio.

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