07/09/2017, 08.57
SIRIA - ONU
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Onu: a Khan Sheikhoun la Siria ha usato il gas sarin

Secondo gli esperti un caccia Su-22 governativo ha sganciato quattro bombe: tre convenzionali e una con l’agente chimico di fabbricazione sovietica. Damasco respinge le accuse e parla di fake news. De Mistura rilancia il “processo politico”: Damasco non può dirsi vincitore e i ribelli devono accettare la sconfitta. 

 

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Durante l’attacco sferrato nell’aprile scorso al bastione ribelle di  Khan Sheikhoun, a circa 50 km da Idlib, nel nord-overst della Siria, le forze governative hanno usato armi chimiche. È quanto ha stabilito una inchiesta di una commissione indipendente sui diritti umani delle Nazioni Unite, secondo cui almeno 83 persone sono morte quando un jet Su-22 di Damasco ha sganciato una bomba contenente gas sarin. 

Il rapporto punta anche il dito contro gli Stati Uniti, che avrebbero colpito il complesso di una moschea nel marzo scorso durante un raid aereo, uccidendo 38 persone. L’attacco, avvertono gli esperti, costituirebbe una violazione del diritto internazionale perché “non sono state prese tutte le misure necessarie per ridurre al minimo le vittime civili”. 

A giugno un rapporto della Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) affermava che le persone coinvolte nell’attacco del 4 aprile erano state esposte ad agenti chimici, in particolare il gas sarin. Tuttavia, gli esperti non erano riusciti a determinare la matrice dell’attacco e i responsabili. 

Ora il rapporto della commissione Onu punta il dito contro Damasco. In risposta, il governo siriano continua a negare ogni addebito, parlando di fake news montate ad arte e smentendo in modo categorico l’uso di agenti chimici. 

Il nuovo studio congiunto Opac-Onu si basa su interviste effettuate a 43 testimoni oculari dell’evento, fra vittime e primi soccorritori intervenuti sul luogo. Dalle loro parole emerge che un caccia Su-22 ha compiuto quattro raid nella giornata; il mezzo è a disposizione solo dell’esercito siriano ed è facilmente identificabile. 

Le analisi dei crateri formati in seguito alle esplosioni e delle immagini satellitari mostrano inoltre che sono state usate tre bombe convenzionali e una al gas sarin, di produzione dell’allora Unione Sovietica. Smentita, inoltre, l’ipotesi rilanciata dalla Russia secondo cui sarebbe stato colpito un deposito di gas, che ha causato la fuoriuscita di gas. 

Sull’attacco era intervenuto anche il presidente Bashar al-Assad, il quale aveva sostenuto che l’attacco di Khan Sheikhoun - che ha innescato la risposta statunitense, con un raid aereo contro una base aerea governativa - era “una montatura”. Il leader di Damasco ha inoltre aggiunto che il suo esercito ha distrutto tutto l’arsenale chimico un tempo a disposizione, in seguito all’accordo fra Russia e Stati Uniti del 2013. 

Ieri intanto sul conflitto siriano si è registrata la nuova presa di posizione dell’inviato speciale delle Nazioni Unite Staffan de Mistura, il quale si è rivolto a entrambe le parti in lotta. L’alto diplomatico delle Nazioni Unite ha invitato i leader delle opposizioni a essere realisti e accettare il fatto che non hanno vinto la guerra. Tuttavia, i membri dell’Alto comitato per i negoziati (Hnc), sostenuto dai sauditi, continuano a insistere per la cacciata di Assad come precondizione a qualsiasi accordo. 

De Mistura si è rivolto anche al governo siriano, sottolineando che non può “dichiararsi vincitore” perché una simile posizione annullerebbe, di fatto, una prosecuzione dei negoziati e la fine di un conflitto che si combatte da oltre sei anni e ha causato oltre 330mila vittime. “La sola risposta - avverte il diplomatico Onu in vista del nuovo round di negoziati a Ginevra, in programma il mese prossimo - è il processo politico”. (DS)

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