Onu: Myanmar secondo produttore al mondo di oppio, dopo l’Afghanistan
Yangon (AsiaNews/Agenzie) - Il Myanmar è il secondo produttore mondiale di oppio, dietro l'Afghanistan che mantiene il poco nobile primato, grazie a una crescita delle coltivazioni negli Stati Shan e Kachin, minoranze etniche spesso in lotta col governo centrale birmano. È quanto emerge da un rapporto diffuso oggi dal Dipartimento per il crimine e la droga delle Nazioni Unite, secondo cui negli ultimi sei anni le piantagioni dei papaveri da oppio sono "raddoppiate" nel sud-est asiatico. Fra i motivi alla base della crescita la continua richiesta di eroina dal continente, ma in particolare dalla Cina dove aumentano i tossicodipendenti.
Gli ultimi dati statistici Onu mostrano che in Asia (zona orientale e Pacifico) si concentrano circa un quarto del totale dei consumatori di oppio al mondo. La Cina da sola registra oltre un milione di consumatori di eroina, ma il dato effettivo potrebbe superare - di molto - quello ufficiale.
L'aumento continuo dei prezzi - e dei ricavi per i narcotrafficanti - ha comportato la crescita fino al 66% dei campi coltivati in Laos, che oggi raggiungono i 6.800 ettari. Nel 2012 il vicino Myanmar - i confini comuni fra Laos, Myanmar e Thailandia costituiscono il famigerato "Triangolo d'oro", famoso per le coltivazioni di papaveri da oppio - ha fatto registrare un aumento del 17%, per un totale di 51mila ettari di coltivazione.
Il valore complessivo delle produzioni dei due Paesi è di poco superiore ai 430 milioni di dollari. Ed è cresciuto anche il numero delle persone dedite alla coltivazione, che in Laos tocca quota 38mila mentre in Myanmar è di almeno 300mila, perché costituisce una fonte di reddito e sostentamento per le famiglie.
In particolare, per quanto concerne l'ex Birmania la produzione è concentrata negli Stati a minoranza etnica Kachin e Shan dove - scrivono gli esperti Onu - mancano "pace e sicurezza" e si rendono urgenti e necessarie "soluzioni politiche ed economiche". In passato il Myanmar ha lanciato un piano quindicennale, mirato a sradicare le coltivazioni di oppio entro il 2014; gli studi delle Nazioni Unite - mediante l'uso di elicotteri, immagini satellitari e inchieste sul campo - mostrano il fallimento della campagna, i cui obiettivi non sono raggiungibili.