03/12/2019, 08.49
IRAN - OMAN - GOLFO
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Oman pronto a lanciare un dialogo fra Iran e Stati del Golfo

È quanto emerge al termine dell’incontro fra i ministri degli Esteri di Mascate e Teheran. Anche la Repubblica islamica è favorevole a una riduzione della tensione nell’area. E rilancia l’iniziativa di pace di Hormuz, invitando altri Paesi ad aderire. Il Sultanato pronto a dispiegare i propri mezzi per “il lancio di un dialogo costruttivo”. 

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Il ministro iraniano degli Esteri Mohammad Javad Zarif è favorevole a una riduzione della tensione fra Paesi del Golfo. È quanto emerge al termine dell’incontro, avvenuto ieri nella capitale della Repubblica islamica, fra il capo della diplomazia di Teheran e l’omologo dell’Oman Yousuf bin Alawi, da poco rientrato da una visita ufficiale negli Stati Uniti. A confermare l’apertura è lo stesso bin Alawi, il quale ha aggiunto che Mascate è “pronta a lanciare un dialogo fra Stati del Golfo e l’Iran”. 

Le discussioni fra Zarif e l’omologo dell’Oman si sono tenute a una settimana di distanza dal faccia a faccia fra bin Alawi e il segretario di Stato Usa Mike Pompeo a Washington, nemico numero uno di Teheran. Per la seconda volta da luglio il capo della diplomazia di Mascate è inviato in Iran dai vertici del Sultanato, nazione che in passato ha saputo favorire la mediazione fra fronti contrapposti in Medio oriente. 

Lo stesso segretario di Stato Usa Pompeo ha sottolineato il ruolo di Mascate, ringraziando il Sultanato per “la collaborazione in termini di sicurezza e di antiterrorismo”. 

In una nota a conclusione dell’incontro, il ministero iraniano degli Esteri afferma che Zarif ha “insistito sulla necessità di ridurre le tensioni nella regione”, aggiungendo che l’Iran è serio nel progetto “iniziativa di pace di Hormuz” o “speranza” finalizzato alla sicurezza nel Golfo. Il presidente Hassan Rouhani ha presentato il piano durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite a settembre, invitando gli Stati dell’area, compresa l’Arabia Saudita, ad unirsi al progetto. 

In seguito, ai primi del mese scorso lo stesso Rouhani aveva inviato una lettera ai monarchi di Arabia Saudita e Bahrain, rilanciando l’invito al dialogo per risolvere le controversie nella regione mediorientale. Per molti analisti ed esperti si è trattato di un passo importante della principale potenza sciita verso i rivali sunniti, con i quali sono in atto da tempo forti tensioni, inasprite in seguito all’attacco ai pozzi petroliferi sauditi. 

In questo quadro di scontri e tentativi di dialogo fra potenze regionali si inserisce la tensione fra Iran e Stati Uniti, innescata dalla decisione del presidente Donald Trump nel maggio dello scorso anno di ritirarsi dall’accordo nucleare (Jcpoa) del 2015. La Casa Bianca ha quindi introdotto le più dure sanzioni della storia, rafforzato la presenza militare e azzerato le esportazioni di petrolio, colpendo in primis la popolazione vittima di una gravissima crisi economica

Commentando gli incontri diplomatici a Washington e Teheran il ministro degli Esteri dell’Oman sottolinea che “non è interesse” di nessuna nazione del Golfo inasprire lo scontro. Il Sultanato, aggiunge, “è pronto a dispiegare tutti i propri mezzi e capacità per mettere fine all’attuale situazione di tensione e preparare il lancio di un dialogo costruttivo fra nazioni”. Le realtà della regione, conclude bin Alawi, “richiedono dialogo e comprensione reciproca”, per questo è necessaria una “conferenza globale e inclusiva” che preveda la partecipazione di tutte le nazioni interessate.

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