08/02/2014, 00.00
SIRIA
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Nunzio a Damasco: Un "piccolo passo" la tregua di Homs, senza dimenticare milioni di siriani

Oggi, secondo giorno di tregua, si attende l'arrivo dei primi convogli di cibo e medicine destinati a 2.500 civili intrappolati nella città vecchia. Mons. Mario Zenari ricorda però i "2,5 milioni di persone in tutto il Paese", che vivono una "catastrofica situazione umanitaria". Il regime di Damasco conferma la sua partecipazione alla seconda fase di "Ginevra II", il prossimo 10 febbraio.

Damasco (AsiaNews) - "Ringraziamo il Signore di questo primo passo positivo, anche se piccolo e minimo. Ma non dimentichiamo che soffrono la fame e non hanno accesso agli aiuti umanitari non solo i 2.500 civili intrappolati nel vecchio quartiere di Homs, ma anche 2,5 milioni di siriani in tutto il resto del Paese". Così mons. Mario Zenari, Nunzio apostolico a Damasco, commenta ad AsiaNews l'operazione umanitaria a Homs, frutto dell'accordo tra regime siriano e Onu. Oggi, secondo giorno su tre del temporaneo cessate il fuoco, i convogli di aiuti si preparano a entrare con cibo e medicine.

Già ieri circa 83 persone - soprattutto donne, anziani e bambini - sono state evacuate dalle aree controllate dai ribelli, dove si trovavano da oltre 18 mesi. Secondo fonti locali, molti di loro sono apparsi fragili ed esausti per la malnutrizione. Alcuni raccontano di non mangiare del pane da almeno cinque mesi.

L'accordo è il primo gesto umanitario del regime dopo la prima tornata di dialoghi di Ginevra II. All'incontro l'Onu aveva spinto per aprire corridoi umanitari in diversi luoghi della Siria, fra cui Homs, ma le due parti non erano giunte ad alcun accordo. Il governo siriano infatti, è favorevole ad aiutare la popolazione civile, ma non i ribelli armati e i "terroristi".

Intanto, Damasco ha annunciato la sua partecipazione alla seconda fase dei negoziati "Ginevra II", che riprenderanno il prossimo 10 febbraio. Faisal Mikdad, vice ministro degli Esteri e membro della delegazione siriana, lo ha confermato oggi all'agenzia statale Sana: "Restaurare la sicurezza e la stabilità in Siria rende necessario, per discutere, porre fine al terrorismo e alla violenza, come dichiarato nel comunicato di Ginevra, e trovare un accordo tra le due parti siriane per proteggere la vita dei cittadini e fermare lo spargimento di sangue compiuto da gruppi terroristici armati e i loro sostenitori reginali e internazionali".

"Questo segnale positivo - sottolinea ad AsiaNews mons. Zenari - deve aprire alla speranza, ma al tempo stesso non deve essere un paravento per tutto quello che sta succedendo. Ci sono voluti mesi e mesi di trattative per far arrivare aiuti umanitari a queste 2.500 persone, e non dobbiamo dimenticare la catastrofica situazione umanitaria in cui versa tutto il popolo siriano. Gente che muore sotto le bombe, tra i fuochi; gente che deve scappare ogni giorno da luoghi dove infuria la guerra, la cui casa è ormai stata distrutta. Bisogna accelerare il passo. Milioni di persone non possono più aspettare". 

 

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