Nikol Pashinian: Non permetteremo alla Turchia un secondo genocidio degli armeni
Oltre alla Turchia, anche Pakistan e Afghanistan sostengono l’Azerbaijan contro “l’aggressione armena”. Per il secondo giorno consecutivo, gli abitanti armeni di Stepanakert hanno passato la notte nei sotterranei. Armenia e Azerbaijan si accusano a vicenda per l’inizio delle aggressioni. Sui social attacchi di sapore razziale e guerra religiosa.
Stepanakert (AsiaNews) – “Non permetteremo alla Turchia di perpetrare per la seconda volta un genocidio degli armeni”: lo ha detto ieri il premier armeno Nikol Pashinian, ricordando gli eventi del 1915, quando le popolazioni dell’Armenia occidentale - oggi Anatolia turca - sono stati annientati o cacciati dalla loro terra ancestrale. In una conversazione avuta ieri con la cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier armeno ha discusso a lungo delle cause ed evoluzioni della guerra scoppiata giorni fa fra Nagorno Karabakh e Azerbaijan. Pashinian ha chiesto di neutralizzare la Turchia per evitare un allargamento indesiderato della guerra. Per difendere il Nagorno Karabakh, l’Armenia ha minacciato di ricorrere all’utilizzo dei sistemi di difesa Iskendar. Intanto, dopo la Turchia ed il Pakistan, ieri anche l’Afghanistan ha dichiarato di voler sostenere l’Azerbaijan contro quella che viene definita una “aggressione” armena.
La guerra ha connotati internazionali almeno dal punto di vista delle armi: gli intensi bombardamenti aerei con jet turchi ed azeri e droni di attacco di fabbricazione israeliana e turca colpiscono indiscriminatamente postazioni militari armeni e centri abitati al nord ed al sud dell’Artsakh. L’Armenia e l’Artsakh (il nome armeno del Nagorno Karabakh) rispondono con armi russe.
La capitale Stepanakert è sottoposta a intensi bombardamenti; continuano i tentativi di avanzamento terrestre delle truppe azere nella regione di Vartenis, dove questa mattina è stato colpito un pullman di civili. Si contano case distrutte, centri sanitari, scuole e strade. Per il secondo giorno consecutivo, gli abitanti armeni hanno passato la notte nei sotterranei (v. foto).
La presenza di integralisti islamici siriani in Azerbaijan è stata confermata da diverse cancellerie occidentali e dall’intelligence russa. Armenia e Azerbaijan si accusano a vicenda per l’inizio delle aggressioni. Erevan accusa l’Azerbaijan ad aver dato inizio il 27 settembre alle ore 7.10 del mattino alla rottura del cessate il fuoco e della tregua garantita internazionalmente.
Il contratto firmato coi mercenari delle frazioni terroristiche islamiche della Siria, il loro addestramento previo ad Al Bab nella Provincia di Aleppo e poi trasferiti in Turchia, tende a mostrare che Baku si preparava da tempo alla ripresa del conflitto.
C’è anche una guerra sui social: profili apparentemente azeri o turchi e profili con nomi armeni, tutti aperti di recente, seminano odio raziale incitamento alla violenza.
05/10/2020 12:08