Niente cibo per 65 contadini laotiani, finchè non abbandoneranno il cristianesimo
Le 18 famiglie contadine vivono in un centro di accoglienza provvisorio nei pressi del villaggio di Katin, nel distretto di Ta-Oyl, nella provincia di Caravan, nel sud del Laos. In due diversi frangenti, i cristiani sono stati scacciati dalle loro case. Il primo episodio risale al gennaio 2010 e ha riguardato 11 famiglie, mentre il secondo provvedimento – preso a dicembre dello scorso anno – ha interessato altre sette famiglie.
Fonti cristiane in Laos, citate da Christian Solidarity Worldwide (CSW), riferiscono che i capi del villaggio impediscono ai contadini di tornare nelle loro case e riprendere possesso delle terre. Una zona coltivata nei pressi del villaggio è stata distrutta. I funzionari hanno imposto alle famiglie della zona di non aiutare i cristiani o fornire loro cibo. Il timore è che le autorità vogliano “affamare” le persone, fino a che “non abbandoneranno il cristianesimo”.
Nonostante gli appelli della comunità internazionale, la situazione non sembra migliorare, tanto che è morto un uomo in questi mesi di lontananza dal villaggio. Stuart Windsor, direttore nazionale di CSW, invita il governo comunista laotiano a “aderire alle disposizioni della Costituzione nazionale che garantisce protezione a tutti i cittadini, permettendo ai contadini Katin di tornare nel loro villaggio”.
In Laos, nazione guidata da un regime comunista, la maggioranza della popolazione (il 67%) è buddista. Su un totale di sei milioni di abitanti, i cattolici sono lo 0,7% .