New Delhi, dalit cristiani e musulmani: Lo Stato non ci ignori (Foto)
Oggi chiese cristiane e organizzazioni islamiche hanno organizzato una manifestazione congiunta. Sui cartelli portati dai manifestanti, anche la scritta: “Basta con l’unione tra caste e religione”. I gruppi chiedono ai partiti di includere nel programma elettorale le tutele per i fuori casta convertiti al cristianesimo.
New Delhi (AsiaNews) – Questa mattina centinaia di dalit cristiani e musulmani hanno marciato fianco a fianco per le strade della capitale indiana per lanciare un appello: “Lo Stato ci consideri cittadini uguali a tutti gli altri”. Ad AsiaNews ne parla p. Z Devasagayaraj, segretario nazionale dell’Ufficio per i dalit e le caste svantaggiate della Conferenza episcopale indiana (Cbci). Egli racconta: “Eravamo circa 1000 persone. Abbiamo lanciato un appello a tutti i partiti per le prossime elezioni generali, che invieremo anche in forma scritta. È un’ingiustizia che i dalit cristiani e musulmani non siano inclusi nei programmi speciali riservati ai gruppi svantaggiati delle altre religioni. È ancora più assurdo che se si convertono all’induismo, i cristiani tornano ad avere di nuovo i privilegi”.
Il segretario riporta che la manifestazione nazionale “è stata una protesta ecumenica. Abbiamo avuto l’appoggio di tutte le Chiese cristiane, cattolici e protestanti insieme. Con noi, hanno alzato la voce anche i leader dei dalit musulmani, che soffrono le stesse forme di discriminazione ed esclusione che noi patiamo da secoli. È una vergogna!”.
L’evento si è svolto dalle 10 di mattina alle 16 di pomeriggio (ora locale) nel complesso di Jantar Mantar. Alla processione hanno partecipato quattro vescovi cattolici, i membri del National Council of Dalit Christians (Ncdc, organizzazione ombrello di vari gruppi dalit cristiani), il National Council of Churches in India (protestanti e ortodossi), i musulmani dell’All India Jamiat Ul-Hawareen (Aijh). Sui cartelli portati dai manifestanti, anche la scritta: “Basta con l’unione tra caste e religione”.
Dal punto di vista legale, in India i dalit cristiani sono esclusi dai vantaggi concessi ai fuori casta delle altre comunità religiose nel campo dell’accesso all’istruzione, ai posti riservati nel lavoro e nella politica. Come prevede la Costituzione, il sistema delle quote è stato istituito nel tentativo di correggere le pratiche discriminatorie basate sull’appartenenza di casta. Infatti in passato le caste elevate consentivano ai dalit solo l’impiego in lavori umili e degradanti.
La legge che esclude gli ex intoccabili cristiani e musulmani dalle forme di tutela è un Ordine presidenziale del 1950. Da parte sua, la Chiesa indiana ha sempre protestato contro questa esclusione dei convertiti al cristianesimo e si è battuta a più riprese per l’estensione del diritto di studio e di lavoro anche alle classi più povere della società. A febbraio i vescovi hanno ribadito l’urgenza di programmi rivolti ai fuori casta.
P. Devasagayaraj protesta: “Le discriminazioni contro gli ex intoccabili cristiani vanno contro la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, contro la Costituzione indiana, che afferma che tutti i cittadini sono uguali, e contro i trattati internazionali che affermano la libertà di religione”. Secondo il leader cattolico, il governo deve dire “basta, una volta per tutte, alla discriminazione sociale, alle privazioni economiche, al ritardo educativo e al negato accesso alla politica”.
(Photo courtesy: Dalit Christians Cbci)