Naypyitaw, no alla fondazione del partito ultranazionalista buddista
La richiesta presentata dall’ “Associazione per la protezione della razza e della religione”, nota come Ma Ba Tha. Il movimento, già messo al bando, accusa il governo civile di non proteggere il buddismo e sostiene i militari. Nelle roccaforti del gruppo si verificano i più gravi episodi di intolleranza religiosa. Ma Ba Tha dichiara 10 milioni di membri in quasi 300 comuni del Myanmar.
Naypyitaw (AsiaNews/Agenzia) – La Commissione elettorale del governo birmano (Uec) ha respinto una richiesta per formare un partito politico, depositata da un gruppo di laici appartenenti all'associazione buddista ultranazionalista Ma Ba Tha. L'Uec rende noto di aver rigettato l’istanza durante la sua riunione del 23 novembre scorso, affermando che alcuni membri del gruppo non erano conformi alla legge sulla registrazione dei partiti politici. Maung Thway Chon, uno dei capi del partito proposto, accusa la Commissione di discriminare Ma Ba Tha, che nell'ultimo anno ha più volte criticato con durezza il governo della National League for Democracy (Nld) della leader birmana Aung San Suu Kyi. “Il loro rifiuto alla nostra richiesta di formare un partito è una soppressione del nazionalismo e va contro le norme democratiche”, dichiara Maung Thway Chon.
Ma Ba Tha si è formato da 969, un movimento nazionalista istituito nel 2012 per organizzare il violento boicottaggio delle imprese di proprietà musulmana sul suolo nazionale. Nel 2013, i membri di 969 hanno ribattezzato il gruppo “Associazione per la protezione della razza e della religione”, comunemente nota con l'acronimo birmano Ma Ba Tha. Il movimento accusa il governo di Aung San Suu Kyi di favorire i musulmani e di non proteggere le tradizioni e la cultura del buddismo, compito a suo parere svolto dai soli militari. Alcuni dei suoi membri più importanti, tra cui il controverso monaco Wirathu (foto), hanno negli ultimi mesi predicato e pubblicato numerosi sermoni anti-islamici, alimentato le tensioni etniche nel Paese.
A maggio, il Comitato Sangha Maha Nayaka, organismo governativo composto da monaci di alto profilo che sovrintende e regola la Sangha [clero buddista, ndr], ha vietato a Ma Ba Tha di operare sotto tale nome e ha ordinato che le sue insegne fossero smantellate in tutto il Paese, entro il 15 luglio. Da allora, Ma Ba Tha ha cambiato il proprio nome in Buddha Dhamma Charity Foundation. Alla fine del mese, il movimento ha celebrato il suo quarto anniversario, svelando un piano per formare un partito politico che avrebbe lavorato per l'interesse nazionale, l'unità e la sovranità. In quell’occasione, i vertici hanno dichiarato che Ma Ba Tha conta 10 milioni di membri in quasi 300 comuni del Myanmar. È nelle roccaforti del gruppo che in Myanmar si verificano i più gravi episodi di intolleranza religiosa, anche contro i cristiani, cui spesso è perfino impedito di potersi riunire per le funzioni domenicali.
Il buddismo nel Paese è in prevalenza di tradizione Theravada ed è praticato da circa l’89% dei birmani. I fedeli appartengono soprattutto alla maggioranza etnica Bamar, ma sono anche Shan, Rakhine, Mon, Karen, Zo e cinesi. Il Myanmar è la nazione buddista più religiosa in termini di percentuale di monaci nella popolazione e reddito speso per la religione. I monaci, venerati membri della società birmana, sono circa 500mila, mentre le monache 75mila. Tuttavia, la maggioranza della popolazione guarda con sospetto i religiosi che sono membri dei gruppi ultranazionalisti, spesso legati al potere militare ed economico dei generali. Il popolo birmano nutre invece profondo rispetto per i monaci che si sono resi protagonisti della lotta contro la dittatura militare, repressa nel sangue dalla giunta in passato al potere, e che hanno pagato con centinaia di morti il loro dissenso.