29/07/2021, 11.44
GIAPPONE
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Nagasaki, anniversario dell'atomica: 'Preoccupati per la guerra fredda Usa-Cina'

di Mitsuaki Takami *

In un messaggio per la ricorrenza d'inizio agosto mons. Takami, presidente della Conferenza episcopale giapponese, elenca le più gravi minacce di oggi alla pace: dalle violazioni dei diritti umani in Myanmar e in Afghanistan alle disparità tra Paesi ricchi e poveri nella lotta al Covid-19. Ribadito l'appello al governo di Tokyo a ratificare il Trattato Onu per la messa al bando delle armi nucleari.

Nagasaki (AsiaNews) - Il Giappone si appresta a ricordare nei prossimi giorni il triste anniversario dei bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki, avvenuti il 6 e il 9 agosto 1945. Come ogni anno la Chiesa cattolica del Giappone invita i fedeli a vivere questa ricorrenza dedicando 10 giorni alla preghiera per la pace. Per l'occasione, l'arcivescovo di Nagasaki, mons. Mitsuaki Takami, che è anche presidente della Conferenza episcopale del Giappone ha diffuso un messaggio in cui invita a guardare alle più gravi minacce di oggi alla pace: dalla “nuova guerra fredda” tra Cina e Stati Uniti alle violazioni dei diritti umani in Myanmar e in Afghanistan, dalle sofferenze dei rifugiati alle disparità tra Paesi ricchi e poveri nella lotta al Covid-19. Infine egli ribadisce l'appello al governo del Giappone a ratificare il Trattato Onu per la messa al bando delle armi nucleari, entrato in vigore il 22 gennaio scorso. Pubblichiamo qui sotto una nostra traduzione del messaggio di mons. Takami.

“Proteggere ogni vita” nel novembre 2019 è stato il tema della visita di papa Francesco in Giappone. E mentre torniamo a celebrare quest'anno i 10 giorni di preghiera per la pace, riflettendo, pregando e agendo per essa, voglio condividere con voi la mia convinzione che proteggere ogni vita è la strada della pace.

In aggiunta ai conflitti armati e alle sofferenze dei rifugiati nel mondo, oggi una “nuova guerra fredda” tra Stati Uniti e Cina sta avendo un impatto negativo significativo sulla stabilità economica e politica della comunità internazionale. Dobbiamo sperare con forza che le nazioni continueranno a compiere sempre sforzi pazienti per costruire relazioni migliori. Inoltre, nonostante il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari sia entrato in vigore il 22 gennaio scorso, le potenze nucleari e nazioni come il Giappone che si trovano sotto “l'ombrello nucleare” sostengono che questo documento sia irrealistico e per questo si rifiutano di ratificarlo.

Credo che il Giappone, l'unica nazione che ha sofferto le conseguenze dei bombardamenti atomici, dovrebbe essere tra i primi Paesi a ratificare il trattato. Prego che molte nazioni che non hanno armi nucleari lo ratificheranno in maniera che le potenze nucleari si sentano pressate a ratificarlo dal momento che gli scontri tra Stati e le armi di distruzione di massa minacciano la pace. In Paesi come il Myanmar e l'Afghanistan i diritti umani sono ignorati da regimi oppressivi e la gente e costretta a vivere senza pace. Stiamo sacrificando le persone per rivendicazioni di sicurezza nazionale e prosperità?

Oltre 189 milioni di persone sono state contagiate dalla pandemia da coronavirus e alla metà di luglio più di quattro milioni risultano essere morte. Innumerevoli altre persone sono nel bisogno. Sfortunatamente non solo i malati e quanti si prendono cura di loro sono soggetti a discriminazione e pregiudizio; persino i professionisti della sanità soffrono. Le nazioni più povere sono lasciate all'ultimo posto nella distribuzione dei vaccini, accrescendo i rischi per la vita e il disagio sociale.

Stiamo soffrendo tutti. I Paesi ricchi devono capire, aiutare e sostenere quelli poveri. Per vivere, infatti, noi dipendiamo da un numero innumerevole di altre persone, dobbiamo proteggere non solo le nostre vite ma anche quelle degli altri. E per farlo dobbiamo condividere lo spirito del Documento sulla fraternità umana per la pace nel mondo e la vita firmato da papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar il 4 febbraio 2019, e l'enciclica del pontefice “Fratelli tutti” del 3 ottobre 2020. Dobbiamo rispettare la dignità della vita di tutti i popoli e approfondire la fiducia reciproca come sorelle e fratelli.

Indipendentemente dal contesto naturale o sociale, la nostra priorità deve essere la protezione di ogni vita. Se lo faremo potremo sperare di costruire pace. E la vita è molto più di quella individuale: dobbiamo ricordarci che le nostre vite sono interconnesse. Dunque proteggere quelle relazioni proteggerà anche le vite dei signoli. La pace è quello stato in cui le vite personali sono realizzate, c'è armonia e ogni vita è riempita di gioia.

* arcivescovo di Nagasaki
presidente della Conferenza episcopale del Giappone

 

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