04/10/2018, 11.14
HONG KONG-CINA-VATICANO
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Mons. Yeung: Grati per i due vescovi a Roma, ma vi sono altri che non possono. Card. Zen: Due emissari del governo persecutore ed ateo

di Chao Mien

Il vescovo di Hong Kong ricorda che molti vescovi della Cina popolare “non possono avere sempre contatti con il Santo Padre, e non possono averli perfino con vescovi di altre diocesi”. Ma per mons. Yeung, l’accordo sino-vaticano è un passo in avanti nel cammino di comunione fra la Chiesa di Cina e la Chiesa universale. Il card. Zen ai due vescovi: “Non siate sfacciati. Tornate a casa!”.

Hong Kong (AsiaNews) – Mons. Michael Yeung Ming-cheung, vescovo di Hong Kong, è pieno di gratitudine perché due vescovi della Cina possono attendere al Sinodo dei giovani, in Vaticano da ieri fino al 28 ottobre. Allo stesso tempo, egli fa notare ad AsiaNews: “Tutti sappiamo che per molte ragioni, i vescovi della Cina popolare non possono avere sempre contatti con il Santo Padre, e non possono averli perfino con vescovi di altre diocesi. È un ostacolo al loro ministero pastorale”.

Mons. Giovanni Battista Yang Xiaoting, vescovo di Yanan e mons. Giuseppe Guo Jincai, vescovo di Chengde, sono i primi due vescovi della Repubblica popolare cinese che riescono a partecipare a un Sinodo ecclesiale.

Dal 1965, quando Paolo VI ha stabilito il sistema del Sinodo, il Vaticano aveva invitato alcuni vescovi dalla Cina nel 1998 e nel 2005, ma senza successo perché il governo di Pechino non ha loro dato il permesso di uscire dal Paese.

I due vescovi che questa volta hanno ricevuto il permesso da Pechino sono due alti funzionari. Mons. Yang è il vicepresidente del Consiglio dei vescovi cinesi, un organismo non riconosciuto dalla Santa Sede (perché mancante della presenza dei vescovi sotterranei); mons. Guo è il segretario generale del Consiglio e anche rappresentante all’Assemblea nazionale del popolo, il parlamento cinese a cui di norma partecipano i membri del Partito comunista. Mons. Guo è uno dei sette vescovi scomunicati, riconciliati con il papa dopo l’accordo sino-vaticano.

Ieri, alla messa di apertura del Sinodo, papa Francesco li ha salutati emozionandosi durante l’omelia. “Oggi, per la prima volta – ha detto – sono qui con noi anche due confratelli vescovi dalla Cina Continentale. Diamo loro il nostro caloroso benvenuto: la comunione dell’intero episcopato con il Successore di Pietro è ancora più visibile grazie alla loro presenza”.

Per mons. Yeung, l’accordo fra Cina e Vaticano per le nomine dei vescovi segna un passo in avanti nel cammino di comunione fra la Chiesa di Cina e la Chiesa universale. “Sebbene il contenuto dell’accordo non sia stato pubblicato, nella lettera ai cattolici della Cina, papa Francesco ha detto con chiarezza che ‘ l’incontro… [può] essere autentico e fecondo solo se avviene attraverso la pratica del dialogo’”.

“Oggi – ha continuato mons. Yeung – la Chiesa di Cina incontra, conosce e lavora insieme alla Chiesa universale. Spero che essi possano, mano nella mano, stabilire un futuro pieno di armonia”.

Non mancano però le critiche alla presenza dei due vescovi a Roma. Il card. Joseph Zen Zekiun, vescovo emerito di Hong Kong, ha pubblicato sul suo blog in cinese una critica molto aspra, chiedendo ai due vescovi cinesi: “Non siate sfacciati. Tornate a casa!”. E ieri, in italiano, il cardinale ha scritto: “Voce dalla periferia. La presenza dei due emissari del governo persecutore ed ateo. È un insulto ai buoni vescovi in Cina e al Sinodo dei vescovi cattolici!”.

(Foto: Reuters)

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