Minsk, contestata la vittoria di Lukashenko
Secondo le cifre ufficiali il leader - già in carica da 26 anni – avrebbe vinto con l’80% dei voti. L’opposizione, guidata da Svetlana Tikhanovskaja, rivendica per sé il 70% dei voti. Scontri nella capitale e in altre zone del Paese. Vi è un morto, almeno 90 feriti: 50 fra la popolazione; 40 fra i poliziotti.
Mosca (AsiaNews) - Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, in carica già da 26 anni e per sei mandati, avrebbe vinto con oltre l’80% dei voti, mentre la sua principale avversaria, la 37enne Svetlana Tikhanovskaja, casalinga e moglie di un blogger, avrebbe raccolto meno del 10%. I risultati ufficiali sono stati comunicati ieri mattina dal Comitato elettorale.
La partecipazione al voto ha superato l’84% degli aventi diritto. I dati della vittoria di Lukashenko corrispondono in sostanza a quelli degli exit poll comunicati la sera stessa delle elezioni, ma contraddicono in modo radicale quelli dichiarati dalle opposizioni, secondo i quali Tikhanovskaja avrebbe vinto con il 70%. Difficile credere a entrambe le cifre: quelle ufficiali per l’assoluta mancanza di trasparenza nelle procedure di voto e di scrutinio, e quelle alternative per la mancanza di chiarezza nella metodologia con cui vengono sostenute.
Lo stato maggiore della Tikhanovskaja ha comunque dichiarato di non accettare i risultati ufficiali, in quanto “non aderenti alla realtà e contrari ad ogni comune buon senso”, come ha dichiarato la portavoce della candidata, Anna Krasulina. Secondo gli osservatori legati alle opposizioni, la Tikhanovskaja avrebbe vinto in almeno 85 seggi elettorali, la maggior parte nella capitale Minsk. In molti casi agli osservatori non è stato permesso di entrare nei seggi, e in moltissimi altri è stata enormemente aumentata la quota di partecipazione al voto. Lo staff della Tikhanovskaja dispone dei dati di circa 300 seggi su 6000. Non è del resto la prima volta che le opposizioni gridano ai brogli, denunciati per quasi tutte le precedenti elezioni in Bielorussia.
A voto concluso, nelle maggiori città della Bielorussia sono cominciate le proteste di massa. È difficile quantificare i numeri dei partecipanti, anche per i continui black-out della rete informatica nel Paese. La maggior parte dei contestatori si è radunata per le vie della capitale Minsk, dove la folla è stata dispersa con azioni molto violente da parte dell’Omon, la polizia d’assalto. I dimostranti hanno cercato di formare barricate con i cassonetti dell’immondizia; con il sostegno degli automobilisti hanno bloccato le strade, e hanno risposto alle cariche della polizia lanciando pietre, bottiglie e fiaccole. Solo verso le 3 di notte la situazione è tornata relativamente alla calma, anche nelle altre città. I manifestanti si sono ritirati gridando: A domani! E infatti, anche la notte scorsa vi sono stati scontri fra polizia e dimostranti.
Almeno uno dei dimostranti avrebbe perso la vita sotto un mezzo della polizia (foto 3). Ma le forze dell’ordine negano l’accaduto. I feriti sarebbero almeno 50 tra la popolazione, e 40 tra i poliziotti. Tra i feriti vi è anche un giornalista di Meduza, Maksim Solopov, le cui informazioni si sono interrotte all’1.30 della notte. La mattina successiva, altri giornalisti hanno raccontato che Solopov “è stato picchiato molto duramente”. In tutto, i fermati duranti la notte dalla polizia sarebbero circa 3000, in 32 città del Paese, per lo più con l’accusa di “violenza contro i membri delle forze dell’ordine”, un reato che prevede una pena da 8 a 15 anni.
La Tikhanovskaja aveva riunito le opposizioni tre settimane prima del voto, dopo che erano stati eliminati i candidati Valerij Tsepkalo e Viktor Babariko, a cui è stata rifiutata la registrazione dal Comitato elettorale. Insieme alla Tikhanovskaja si sono allora schierate la coordinatrice dello staff di Babariko, Maria Kolesnikova, e la moglie di Tsepkalo, Veronika. Tre donne (foto 2) hanno così fatto fronte contro il Batka Lukashenko, 65 anni, al potere dal 1994, che ha più volte fatto capire che amerebbe un domani passare il potere a uno dei suoi figli (il maggiore, Viktor, è già sulla lista nera delle sanzioni occidentali; il più presentabile è il 40enne Dmitrij). Svetlana Tikhanovskaja ha dichiarato di sentirsi vincitrice delle elezioni, in cui “tutti abbiamo vinto sulle nostre paure”, e ha proposto a Lukashenko di iniziare trattative per regolare la situazione nel Paese evitando conflitti più gravi, esortando i propri sostenitori a evitare le violenze.
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