Mauro Valsangiacomo, pittore ispirato dai profughi di Mosul
Roma (AsiaNews) - Fra gli ospiti del Simposio internazionale di AsiaNews vi è Mauro Valsangiacomo, pittore svizzero che ha voluto portare con sé un'opera dal titolo "Famiglia in fuga", che sarà esposta nell'auditorium Giovanni Paolo II, ispirata dalle immagini dei profughi cristiani in fuga da Mosul, dopo aver subito le minacce e le violenze dello Stato islamico.
Il grande quadro ritrae in stile espressionistico una madre con un bambino e una figura paterna circondati da architetture spezzate e realtà sbriciolate. L'opera è parte di una serie dai titoli significativi: "In fuga", "Chiesa bruciata", "Chiesa distrutta", "Casa in fiamme", "Macerie e distruzione", "Schiava", "Inseguiti, perseguitati". Tutte sono state presentate ad una mostra a Locarno lo scorso settembre-novembre, sul tema "Meditazione sul Medio Oriente".
Le opere sono il frutto della sua meditazione artistica sulle violenze contro i cristiani di Mosul, costretti dallo Stato islamico a scegliere fra la conversione all'islam, o la fuga, il pagamento della tassa di "protetti" o la morte. La sua amicizia con AsiaNews è nata con la campagna "Adotta un cristiano di Mosul".
"Ho dipinto d'istinto - dice - un certo numero di quadri riferiti al Medio Oriente. Mi sento impotente a fronte delle notizie che arrivano sempre più terrificanti, insopportabili (morti sopra morti, distruzioni, donne fatte schiave e vendute come merce, bambini decapitati)...".
In un'intervista da lui rilasciata al "Giornale del popolo" di Lugano, spiega più in profondità: "Quando sono arrivate le prime notizie dall'Iraq all'inizio di agosto, ho provato sentimenti di sgomento che non sapevo contenere, ero 'posseduto' da emozioni contrastanti ma reali e profonde. Non so da quale riserva di energia ho trovato la forza, ma, letteralmente, mi sono lasciato prendere la mano, e la mano ha dipinto e dipinto e anche il mio cuore era lì".
La sua pittura nervosa ed esplosiva riesce a comunicare il dramma delle persone "oppresse, vinte e piene di dolore", insieme a una dignità sacrale e una profonda compassione.
Mauro Valsangiacomo, nato a Chiasso nel 1950, nella sua ricerca artistica e spirituale, è ritornato alla fede cattolica "solo sei mesi fa".
"Appartengo di fatto - dice - alla stessa comunità di quelle persone perseguitate; la domanda che mi turba è: se mi dovessi trovare un coltello alla gola, cosa sceglierei, davvero, tra: rinnegare la mia origine ed aver salva la vita dei miei congiunti e la mia; oppure, restare fedele al battesimo e essere, i miei ed io, massacrati? Molti cristiani, miei contemporanei, stanno rispondendo scegliendo la seconda soluzione. Io li ammiro profondamente".
12/02/2016 12:55