Maoisti radicali mettono a ferro e fuoco il Nepal: non vogliono le elezioni
Kathmandu (AsiaNews) - Per impedire le elezioni del prossimo 19 novembre, i gruppi radicali maoisti mettono a ferro e fuoco il Nepal. Guidati dall'ex quadro Mohan Baidhya, essi hanno scatenato violenze in tutto il Paese: agguati, atti di vandalismo, incendi dolosi e bombe. Nella sola giornata di ieri, hanno attaccato mezzi pubblici e privati, facendo anche esplodere un ordigno a bordo di un autobus a Kathmandu.
La deflagrazione è avvenuta a Samakhusi, in pieno centro. Nove persone sono rimaste ferite in modo grave. Tre di loro sono in condizione critiche, con oltre il 50% del corpo ustionato. Un altro autobus è stato attaccato nel quartiere di Siraha. A bordo c'erano 50 persone, quando un gruppo di estremisti ha lanciato una bomba artigianale contro il mezzo. Tutti i passeggeri sono riusciti a fuggire, senza riportare danni.
Le elezioni avvengono dopo cinque anni di caos politico e quattro governi di coalizione, i quali hanno rimandato di continuo la stesura di una Costituzione democratica, dopo secoli di monarchia indù.
I principali partiti politici - Congress Party (conservatori) e Unified Communist Party of Nepal (Ucpnm, maoisti) - hanno assicurato alla popolazione che, una volta al potere, essi faranno pronta la Costituzione entro un anno.
Il grande favorito nei sondaggi è Pushpa Kamal Dahal, detto Prachanda, presidente dell'Ucpnm. Tuttavia, proprio in questi giorni sono emerse critiche a lui e a tutta la leadership maoista, accusati di aver "scambiato" i loro ideali rivoluzionari e le promesse di cambiamento sociale, crescita economica e pace duratura con una vita fatta di lussi. Proprio Prachanda è nel mirino: secondo Bishnu Pariyar - ex quadro maoista, oggi tra gli assistenti personali del leader politico - egli "spende soldi in whisky d'importazione, orologi Rolex e gel per capelli. Sua moglie compra sari pregiati, e suo figlio cambia telefonino ogni due settimane".