09/04/2021, 11.36
MYANMAR
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Mandalay, ancora uccisi. La giunta blocca internet e parabole satellitari

di Francis Khoo Thwe

Ucciso anche Tin Moe, un venditore di ravioli di Kyaukpadaung, molto attivo nelle manifestazioni. Le proteste continuano cercando di sfuggire alla repressione e ai colpi dei soldati. Bloccato il servizio internet a fibra e confiscate le parabole satellitari, il cui possesso è divenuto illegale. L’inviata speciale Onu, in viaggio nei Paesi dell’Asean, spera di incontrare Aung San Suu Kyi e il presidente deposto U Wint Myint.

Yangon (AsiaNews) – Almeno 16 persone sono state uccise nella giornata di ieri in Myanmar, dove continuano le manifestazioni nonostante le minacce delle forze di sicurezza di utilizzare armi letali.

L’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici (Aapp) ha diffuso il bilancio aggiornato: con l’8 aprile vi sono 614 vittime e 2857 prigionieri. L’Aapp avverte che questi dati sono quelli documentati dall’associazione e quasi senz’altro gli uccisi e i prigionieri sono molti di più.

Fra gli uccisi di ieri vi è anche Tin Moe, un venditore di ravioli della città di Kyaukpadaung, vicino a Mandalay. Aveva circa 50 anni ed era molto attivo nelle manifestazioni anti-dittatura (nella foto, Tin Moe è quello con la camicia azzurra). Testimoni raccontano che egli è stato prima colpito alla gamba, poi alla schiena mentre cercava di fuggire. I soldati hanno caricato il suo corpo e lo hanno cremato entro la sera, consegnando alla famiglia solo le ceneri.

Ieri vi sono state proteste anche a Launglone, nel sud, con gli abitanti che hanno suonato, cantato e marciato prima dell’alba a lume di candela. A Dawei, hanno manifestato ingegneri, insegnanti e studenti. Le dimostrazioni contro il colpo di Stato cercano di sfuggire ai soldati cambiando spesso il percorso, l’orario, o dividendosi in piccoli gruppi.

Per ostacolare l’organizzazione delle marce, il governo militare ha bloccato il servizio internet a fibra e sta confiscando le parabole satellitari per un blackout sulle comunicazioni. A Laputta e in altre città del delta dell’Irrawaddy, auto del governo locale hanno annunciato con altoparlanti che d’ora in poi non è legale possedere dischi satellitari e che essi devono essere consegnati alla polizia. Le forze dell’ordine hanno anche compiuto dei raid nei negozi per confiscare le antenne paraboliche in vendita.

Sul fronte diplomatico, Stephane Dujarric, portavoce Onu, ha detto ieri che l’inviata speciale per il Myanmar, Christine Schraner Burgener sta per iniziare questa settimana un viaggio nei Paesi dell’Asean (Associazione delle nazioni del sud-est asiatico), cominciando dalla Thailandia. La scorsa settimana, la Schraner Burgener aveva presentato la situazione del Paese sull’orlo di una guerra civile e ha chiesto uno sforzo comune ai Paesi dell’area per spingere il Myanmar verso la stabilità. L’inviata speciale spera anche di ricevere il permesso di entrare in Myanmar e visitare Aung San Suu Kyi e il presidente deposto U Wint Myint, entrambi detenuti fin dal primo giorno del colpo di Stato.

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