05/03/2018, 10.20
CINA
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Li Keqiang: I successi della Cina oggi e domani

di Wang Zhicheng

All’apertura dell’Assemblea nazionale del popolo, il premier rassicura il Paese sui rischi finanziari, promette una crescita del 6,5%, maggiore lotta alla povertà, alla sovrapproduzione, all’inquinamento. Le spese militari accresciute dell’8,1%. Silenzio sui cambiamenti costituzionali a favore di Xi Jinping.

Pechino (AsiaNews) – All’apertura oggi dell’Assemblea nazionale del popolo (Anp), il premier Li Keqiang ha elencato tutti i successi ottenuti dal suo Paese in questi anni e ha prospettato quelli futuri, basati su una maggior apertura agli investimenti stranieri, un incremento del budget per le armi, una lotta contro l’inquinamento e la povertà.

L’Anp è il parlamento della Cina, spesso considerato solo una velina delle cose decise dal Partito comunista cinese (Pcc). I circa 3mila delegati si sono radunati oggi e per 10 giorni verificano l’operato del governo e votano leggi proposte dal Comitato permanente. Nella sua storia, ha sempre votato e approvato quanto è stato proposto.

Il raduno avviene a pochi mesi dal Congresso del Pcc, tenutosi in ottobre e a poche settimane dalla proposta del Pcc di cambiare la costituzione e far cadere il limite di due mandati alle cariche del presidente e del vice-presidente. Quasi senz’altro il cambiamento sarà votato ad amplissima maggioranza, dando forza al potere di Xi Jinping. Li ha reso omaggio alla leadership di Xi, affermando che essa va obbedita nel Partito e nelle forze armate.

Un rapporto di due ore

Nelle due ore necessarie alla lettura del rapporto, rivedendo la politica degli ultimi cinque anni, Li ha assicurato che il Paese è ormai fuori dai rischi finanziari ed ha evitato un “atterraggio duro”; è riuscito a trasformare la sua economia, basata su investimenti ed export, in una fondata più sui servizi, sul consumo interno e sulla produzione industriale.

Il Paese è divenuto leader mondiale nella produzione di treni ad alta velocità, nell’e-commerce e nei pagamenti on-line; ha aumentato dell’11% gli investimenti nella ricerca e nell’innovazione; ha strappato dalla povertà 68 milioni di persone, diffondendo un sistema pensionistico di base per 900 milioni.

Per ovviare alla sovrapproduzione, egli ha promesso che quest’anno la Cina ridurrà di 30 milioni di tonnellate la produzione di acciaio e di 150 milioni di tonnellate l’estrazione di carbone.

Crescita al 6,5%

Mantenendo la crescita sul 6,5%, Li ha promesso che la disoccupazione non supererà il 5,5% e d’ora in poi terrà conto non solo dei disoccupati nelle città, ma anche dei 270 milioni di migranti che si muovono dalle campagne per trovare lavoro nelle città. Il governo ridurrà la povertà per altri 10 milioni e sposterà 2,8 milioni di persone povere in altre aree.

Sull’inquinamento – considerato il problema primo dai cinesi - egli ha promesso una più stringente applicazione delle leggi, come pure una verifica maggiore nel garantire la sicurezza alimentare, altra questione che terrorizza la popolazione.

Le aperture e le minacce

Li ha anche promesso che aprirà i campi della telefonia, della salute, dell’educazione e delle auto elettriche agli investimenti stranieri. In modo “ordinato” la Cina aprirà la competizione con banche straniere sulle credit card e sugli investimenti in banche, assicurazioni e istituti finanziari. Proprio in questi giorni, sempre più banche straniere pensano di ritirarsi dal mercato cinese, stanche delle promesse mai mantenute finora sulla liberalizzazione degli investimenti nel loro settore.

Promettendo di espandere i canali per permettere a più cinesi d’oltremare di lavorare e aprire commerci in Cina, ha messo in guardia la popolazione di Hong Kong e di Taiwan dal ricercare “indipendenza” dalla madrepatria. Li ha ribadito che Pechino garantirà “nelle parole e nei fatti” il principio “una nazione, due sistemi” e sosterrà l’economia di Hong Kong e Macao. Ai taiwanesi saranno date le stesse possibilità degli altri cinesi nel lavorare, studiare e ricevere cure nel continente.

Le forze armate

Li ha anche promesso che il Paese continuerà sulla strada di costruire un esercito di prima classe, potenziando “tutti gli aspetti dell’addestramento militare, della preparazione alla guerra, fermamente deciso alla salvaguardia della sovranità nazionale, alla sicurezza e agli interessi dello sviluppo”. Egli ha detto che le forze armate devono essere “forti come pietra”.

Li non ha dato cifre, ma un rapporto emesso a margine dell’Anp annuncia che vi sarà un incremento dell’8,1% nelle spese militari, pari a 1110 miliardi di yuan (circa 175 miliardi di dollari Usa). Secondo molti analisti, le spese militari cinesi sono oltre il doppio, dato che molte delle spese – come ad esempio i fari, le piste di atterraggio, gli edifici costruiti nelle isole contese del Mar Cinese meridionale – sono contate come spese “civili” e non “militari”.

Nelle 36 pagine del rapporto non si citano le questioni suscitate negli ultimi mesi: i cambi alla costituzione – con l’inserimento del pensiero di Xi Jinping citato affianco a quello di Mao – e le prospettive sulla leadership, con la possibilità che Xi Jinping possa governare a vita.

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