Lettera enciclica per i 100 anni dal genocidio armeno
Etchmiadzin (AsiaNews) - Con una solenne lettera enciclica, il patriarca armeno ortodosso Karekine II ha aperto in modo ufficiale le celebrazioni e memorie dei 100 anni dal genocidio armeno, che dureranno per tutto il 2015.
Il massacro di circa 1,5 milioni di armeni avviene verso la fine dell'impero ottomano, prima con il sultano Abdul Hamid II, poi con i gruppi dei "Giovani Turchi", e infine con lo stesso Kemal Ataturk, il padre della patria turca. Gli armeni sono presi di mira perché cristiani, istruiti e appartenenti alla classe media. Soprattutto nel 1915 si chiudono le loro scuole, le chiese, le organizzazioni e si lancia una vera e propria caccia con uccisioni, violenze, stupri, umiliazioni. A queste seguono le deportazioni nel deserto, le fosse comuni, i treni ripieni di sfollati e incendiati. I sopravvissuti sono coloro che sono riusciti a raggiungere l'attuale Armenia (allora sotto il dominio russo e poi sovietico), o la Siria e il Libano.
La Conferenza di Parigi del 1920 ha riconosciuto il genocidio armeno e al presente lo riconoscono almeno 20 Stati. Ma la Turchia non l'ha mai fatto, motivando i massacri con il bisogno di combattere gruppi indipendentisti. Diversi scrittori e storici che hanno pubblicato testi sul genocidio sono stati perseguiti. Solo lo scorso anno, l'allora premier Recep Tayyip Erdogan ha presentato ai discendenti degli armeni condoglianze per il massacro.
Nella sua lettera, il patriarca Karekin II annuncia che il 23 aprile 2015 egli presiederà una liturgia in cui proclamerà santi tutte le vittime del genocidio, uccise "per la fede e per la patria" e farà del 24 aprile una Giornata della Memoria per "i santi martiri del genocidio". Secondo informazioni non confermate in via ufficiale, il 12 aprile 2015, anche papa Francesco celebrerà in piazza san Pietro una messa a ricordo del genocidio degli armeni. Di seguito il testo completo della lettera enciclica (traduzione a cura di AsiaNews).
"Ma
il sentiero dei giusti è come la luce che spunta e va vieppiù risplendendo,
finché sia giorno perfetto"
Proverbi 4,18
Il centenario del Genocidio degli armeni è davanti a noi, e le nostre anime risuonano di una potente richiesta di verità e giustizia che non sarà messa a tacere.
Ogni giorno del 2015 sarà un giorno di ricordo e devozione per il nostro popolo, un viaggio spirituale ai memoriali dei nostri martiri in patria e della diaspora, davanti ai quali con umiltà ci inginocchiamo in preghiera, offrendo incenso per le anime delle nostre vittime innocenti che giacciono in tombe senza nome poiché hanno accettato di morire piuttosto che ripudiare la loro fede e la loro nazione. Davvero "il sentiero dei giusti è come la luce che spunta e va vieppiù risplendendo, finché sia giorno perfetto".
Nel 1915, e negli anni successivi, i
turchi ottomani hanno commesso un genocidio contro il nostro popolo. Nell'Armenia
occidentale - sul nostro suolo nativo - nella patria dell'Armenia e nelle
comunità armene in tutta la Turchia, un milione e mezzo di nostri figli e
figlie hanno subito uccisioni, carestie e malattie: sono stati deportati e
costretti a marciare fino alla loro morte. Secoli di creatività e di onesti traguardi
raggiunti sono stati distrutti in un attimo. Migliaia di chiese e monasteri
sono stati dissacrati e distrutti. Le istituzioni nazionali e le scuole rase al
suolo e rovinate. I nostri tesori spirituali e culturali sono stati sono stati sradicati e
cancellati. L'Armenia occidentale,
dove per millenni - dal tempo di Noè
- il nostro popolo ha vissuto, creato e
costruito la sua storia e cultura, è stata
privata della sua popolazione nativa.
Un secolo fa - quando
i frammenti della nazione armena, dopo aver perso il proprio patrimonio, sono stati sparsi in tutto il mondo, e mentre l'Armenia orientale
combatteva una lotta all'ultimo sangue per la sopravvivenza contro gli invasori
turchi - era
difficile credere in un futuro per il popolo armeno. Tuttavia una nuova alba è sorta. Con la grazia del Signore, il nostro popolo è risorto dalla morte. Su
una piccola parte recuperata della nostra patria, la nostra gente ha ripristinato lo Stato,
ricreato un Paese dalle sue rovine e vestigia, e costruito una "patria
di luce e di
speranza", di scienza, istruzione e cultura. Gli armeni esiliati
in tutto il mondo hanno costruito le case
e i loro cuori nel mondo, sono
sbocciati in Paesi vicini e lontani,
portando avanti le loro tradizioni e la loro vita spirituale. Ovunque i figli della nostra
nazione hanno vissuto, hanno
raggiunto il successo, guadagnandosi rispetto
e fiducia, e ottenendo riconoscimenti per il loro lavoro coscienzioso e il loro contributo
alla scienza, alle arti e al bene comune. Questa
è la storia del nostro popolo durante
il secolo scorso -
una storia di avversità e risurrezione. Oggi, nonostante
la difficoltà, la nostra nazione
rafforza la sua sovranità indipendente, crea una nuova
vita di libertà, e guarda con speranza al futuro, abbracciando
il risveglio nazionale, l'ottimismo
e la fede.
Gloria a te, o Signore, gloria senza limiti, "Come
uno scudo Tu ci proteggi con il
Tuo favore" (Salmi 5,12). Riponendo la nostra speranza in Te, o Signore, il
nostro popolo è stato illuminato
e rafforzato. La Tua luce ha acceso l'ingegnosità del
nostro spirito. La Tua forza
ci ha spinto verso le nostre vittorie. Abbiamo
creato anche se altri hanno
distrutto le nostre creazioni. Abbiamo
continuato a vivere anche se
altri ci volevano morti. Tu, o Signore,
hai voluto che la nostra gente - condannata a morte da
un piano genocida - sia riuscita a vivere e risorgere, in modo da poter presentare questa giusta
causa davanti alla coscienza dell'umanità e al diritto delle genti, per liberare il mondo
dalla callosa indifferenza
di Pilato e dalla negazione criminale
della Turchia.
Per il bene della giustizia - fino al trionfo della
nostra causa, noi continueremo la
nostra lotta senza ritirarci -
Chiesa, Nazione e Stato insieme. Il sangue dei
nostri martiri innocenti e
le sofferenze del nostro popolo gridano per avere giustizia.
I nostri santuari distrutti, la violazione dei nostri diritti nazionali, la falsificazione e distorsione
della nostra storia, tutti
gridano per avere giustizia. Essendo sopravvissuto al genocidio,
il nostro popolo ha creduto e continua a
credere che la moltitudine dei Paesi
retti, delle Organizzazioni nazionali
e civiche, e degli individui che hanno riconosciuto e condannato
il genocidio armeno saranno
presto affiancati da altri che
credono che l'affermazione della verità
e della giustizia siano il
prerequisito e il garante di
un mondo pacifico, privo di ostilità e di violenza.
In ricordo del nostro
milione e mezzo di martiri del genocidio, esprimiamo
la nostra gratitudine alle nazioni,
alle organizzazioni e agli individui che
hanno avuto il coraggio e la
convinzione di riconoscere e condannare
il genocidio armeno. Esprimiamo
gratitudine a quei Paesi e popoli gentili che
hanno accettato i figli della nostra nazione come fratelli e sorelle. Questi esempi di giustizia e di umanità sono pagine luminose nella
storia dell'umanità. Essi saranno sempre ricordati e apprezzati per generazioni, e saranno di beneficio alla vita tranquilla, sicura e migliore del mondo.
Come Pontefice degli
armeni, è di conforto per lo
spirito annunciare alla nostra
gente che il 23 aprile 2015, durante la Divina
Liturgia, la nostra Santa Chiesa
offrirà un servizio speciale per canonizzare i suoi figli
e figlie che hanno accettato il
martirio come santi "per
la fede e per la patria", e proclamerà il 24
aprile come Giornata del ricordo
dei Santi Martiri del Genocidio.
O, popolo armeno, abbellito dall'Alto -
una nazione martire; una nazione risorta -
vivi con coraggio, avanza con sicurezza,
con il tuo sguardo rivolto verso il
monte verso l'Ararat che contiene l'Arca, e con il cuore incrollabile
mantieni alta la tua speranza. L'incoraggiamento
e il messaggio del Signore sono rivolte a te: "Anche se non sei forte, sei
stato fedele alla mia parola
e non hai tradito
il mio nome ... Tieni
saldo quello che hai in modo che nessuno porterà via la tua corona della vittoria" (Apocalisse 3, 8-11).
Quindi, cerchiamo di rimanere saldi davanti
a Dio, giusto e vero, sui fermi sentieri della
fede che, come la luce del
mattino, disperde le tenebre e
rende visibili gli orizzonti della
speranza. La nostra strada è con Dio; e una vita di fede è la
nostra vittoria.
Rendiamo fecondo
il centenario valorizzando il percorso di travaglio e di rinascita del
nostro popolo, durato 100 anni, in modo che i nostri figli - riconoscendo la volontà
eroica dei loro nonni
e genitori di vivere e creare
e i loro sforzi intrapresi
per il bene della nazione e della
patria - possano creare un nuovo giorno luminoso per la nostra patria e per
la nostra gente, dispersa in tutto il mondo. Trasformiamo
la memoria dei nostri martiri in energia e forza per la nostra vita spirituale e
nazionale e, davanti a Dio
e a tutti gli uomini, illuminiamo il percorso dal nostro giusto cammino per guidare il nostro passo verso la realizzazione della giustizia e delle nostre sacre aspirazioni.
Dal nostro amato centro
spirituale, creato da Cristo, e davanti alla Santa Sede Madre del
Santo altare di Echmiadzin (della discesa dell'Unico Unigenito ), preghiamo Dio per la
pace, la sicurezza e il benessere
della nostra patria, del nostro amato popolo in
tutto il mondo e, soprattutto, per la luce eterna e la pace per le
anime innocenti dei Santi Martiri del Genocidio. Possano
l'amore e la
fratellanza, la giustizia e la verità
regnare sopra l'umanità,
e possano le vie dei giusti irradiare, orientare e
diffondere la luce fino all'alba di un nuovo giorno, che porti pace e felicità a tutto il mondo.
La grazia, l'amore e la pace di Nostro Signore Gesù Cristo
sia con voi e con tutti noi.
Amen.
*Patriarca armeno-ortodosso
24/04/2015
24/04/2018 11:35
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