Leader cristiano: Con Narendra Modi al potere, minoranze religiose e dalit sono a rischio
Mumbai (AsiaNews) - Se davvero Narendra Modi e il Bharatiya Janata Party (Bjp, nazionalisti indù) vinceranno le elezioni generali, "le minoranze religiose e i dalit dell'India sono a rischio". È quanto afferma ad AsiaNews Sajan K. George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), commentando gli exit poll - tutti pro-Modi - usciti a voto concluso.
Sajan George spiega ad AsiaNews quali azioni intraprese da Modi "sono motivo di grande preoccupazione". Anzitutto "una campagna elettorale con una estrema impronta fondamentalista; la promessa di buttare fuori tutti i migranti bangladeshi (e musulmani); i riferimenti alla 'rivoluzione rosa' (la fine delle esportazioni di carne di mucca, ndr); la demonizzazione della città di Azamgarh, indicata come 'culla del terrorismo'".
Inoltre, aggiunge, "nella sua campagna elettorale Narendra Modi non ha mascherato una forte preferenza per le caste più alte. Siamo preoccupati per i 200 milioni di dalit che vivono nel Paese. I più a rischio saranno i fuoricasta cristiani e musulmani, che per colpa di una legge del 1950 non godono di diritti politici, economici e sociali". Tuttavia "il Gcic non condivide le previsioni degli exit poll e non crede che un governo a maggioranza Bjp possa guidare l'India laica e democratica".
Intanto però i media esaltano queste previsioni, alimentati anche dalle reazioni di mercati e grandi azionisti. Mukesh Ambani, l'uomo più ricco dell'India e presidente della Reliance Industries Ltd (Ril, seconda compagnia petrolifera indiana che opera anche nelle comunicazioni, ndr), ha aggiunto 800 milioni di dollari al suo capitale azionario quando gli exit poll hanno parlato di una possibile vittoria di Modi. D'altra parte, proprio la sua campagna pro-investimenti ha smussato le critiche sulla sua responsabilità per le stragi tra indù e musulmani avvenute in Gujarat nel 2002.
27/05/2019 11:21
24/05/2019 15:16