Le autorità di Hue vogliono prendersi il terreno di una chiesetta di campagna
di J.B. An Dang
La vicenda di Hanoi sembra aver fatto scuola. Lanciata una campagna di intimidazioni e molestie. Sotto tiro, ora, un terreno nel quale il proprietario, ora morto, aveva permesso di costruire l’edificio sacro.
Hue (AsiaNews) – Il Comitato popolare (municipio) di Hanoi sembra aver fatto scuola: le autorità di Vinh An, a Phu Vang, nella provincia di Thua Thien, arcidiocesi di Hue, hanno ordinato ai cattolici della parrocchia di An Bang di rimuovere la croce e l’altare della loro chiesa, che sorge su un terreno del quale contestano la proprietà.
L’ordine è dell’11 ottobre, ma il parroco, padre Peter Nguyen Huu Giai (nella foto) l’ha respinto, chiedendo alle autorità di esibire un qualunque documento che provi la loro proprietà sul terreno. Secondo quanto dice il religioso, esso apparteneva ad un parrocchiano, Le Khinh, morto qualche anno fa, ma “i suoi figli sono ancora qui e sono loro i legali proprietari”. L’uno e gli altri, aggiunge, hanno permesso ai fedeli di Vinh An, in maggioranza contadini poveri, di costruire una chiesetta sul loro terreno. La controversia è sorta dopo la morte del benefattore, quando funzionari locali hanno messo gli occhi sulla zona.
Di fronte alla resistenza dei parrocchiani, le autorità locali, anche qui secondo lo stile dei loro compagni di Hanoi, hanno lanciato una campagna di intimidazione e molestie. “Ogni mattino, dalle 5,30, altoparlanti cominciano a parlare della politica religiosa dello Stato e di come esso rispetti la Chiesa cattolica”. Inoltre, “numerosi parrocchiani sono stati convocati. Giusto ieri, in parecchi sono stati interrogati come se avessero commesso un vero crimine”.
“Io stesso – prosegue padre Nguyen Huu Giai – sono stato interrogato ieri alla stazione di polizia del distretto di Phu Vang, per due ore, dalle 8.30 del mattino. Mi hanno accusato di varie cose, ma io le ho respinte”. “Si preparano a rimuovere loro stessi croce ed altare, noi non lo faremo, malgrado le loro pressioni”.
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